Cammino per Milano
operosa città dicono,
dove morti viventi e dormienti
camminano senza meta nel tentativo
di dare un senso allo sporco che li travolge.
Sono in un bar nei pressi del duomo.
Intorno a me vecchi intonaci rimessi a nuovo,
marmi e statue sui palazzi
tra il rumore dei martelli pneumatici
sempre all'opera con il loro
distorto rumore.
Migliaia di persone camminano velocemente
cercando di vedere il meno possibile,
condividere il meno possibile
dello spazio a loro concesso
tra l'autismo delle cuffie ipnotiche.
Il cameriere, gentile, avvezzo nel vedere persone,
si interessa alle mie volontà, mentre a fianco
tre gruppetti di persone parlano veloci e tesi
del nulla.
Ovunque lavoro e reddito, immagine
e discussioni sterili per sostenere
personalità di gesso.
Tutti tremendamente e disperatamente interessati
all'impalcatura che gli permette di rimanere a galla
al di sopra dei barboni,
che vagano a loro volta senza neanche il peso
di una maschera non loro.
Un violino scordato emette note che
dissonanti seguono vecchie arie d'opera
tra l'indifferenza totale degli zombi indaffarati.
Un vecchio sorriso in un abito un tempo bello
è il quadro che si presenta in quell'opera all'angolo.
Ombre cercano di entrare nella chiesa
perquisiti dai militari,
nel tentativo di pregare, fotografare
le vecchie pietre che ricordano il cuore di Milano.
Eppure il sole scalda multicolore l'edera
a sprazzi rossa che penzola dal vecchio palazzo.
L'odore dell'inquinamento stesso, tra gli
effluvi delle sigarette sembra meno acre.
Ed io scrivo in questo blocco
osservato osservatore,
in un silenzio di morte d'anima.
Oggi sembro libero da questo ingranaggio,
ma è solo il preludio che chiederà il suo conto
questa notte...
Vorrei che andaste incontro al sole e al vento
con la pelle, più che con il vestito,
perchè il respiro della vita
è nella luce solare
e la mano della vita è nel vento
Kahlil Gibran "Il profeta"