Essa è una struttura quadrata che delimita al suo interno più cerchi concentrici che fanno venire in mente un fiore, formato da 16 grandi petali i quali a loro volta contengono tre spazi che dalla periferia verso il centro delimitano altri tre cerchi o corolle intorno al cerchio centrale che contiene una croce formata a sua volta da nove cerchietti che presi tre a tre col cerchietto centrale, formano i quattro bracci uguali tra i cui spazi ci sono quattro settori triangolari.
Quattro settori triangolari sono anche evidenziati dal cerchio più grande inscritto nel quadrato che delimita tutta la figura, i quali a loro volta contengono quattro cerchi formati da………lascio al lettore andare avanti nell'esame della struttura interna di questa figura che contiene evidenziati nella ripetizione dei suoi moduli tre e quadri partiti, tutti i numeri dall'uno al dieci.
Altri Mandala hanno una struttura modulare a dodici petali invece di sedici, cioè quattro volte multiplo del tre o tre volte multiplo del quattro, mentre il sedici petali è un multiplo solo del quattro ma non del tre.
Altri Mandala sono formati da due, come il simbolo del Tao, tre, sei, sette, nove o dieci settori principali.
Non a caso ho parlato di petali e corolle, i fiori come gli occhi, per la loro forma circolare a struttura concentrica, sono tutti simboli Mandala e come tali vanno interpretati nei sogni insieme ai bersagli da tiro a segno e le spirali.
La Rosa è il Mandala riferito a Gesù e non a caso in architettura la vetrata o presa di luce circolare prende il nome di Rosone, così come il fiore di Loto è il Mandala riferito a Buddha ricordandoci che anche i colori di questi fiori sono informazioni simboliche di qualità spirituali corrispondenti e necessarie per raggiungere la perfezione materiale e spirituale del personaggio cui il Mandala si riferisce, secondo un codice universale che abbiamo già affrontato.
Dobbiamo tenere anche presente che stiamo parlando di due figure geometriche, quadrato e cerchio che fanno parte della geometria piana appunto perché siamo abituati a rappresentarle più facilmente sul piano, ma noi siamo esseri che apparteniamo alla terza dimensione cui compete il volume, nella quale dimensione il quadrato diventa un cubo e il cerchio una sfera che sono la visione corretta del microcosmo l'uno e del macrocosmo l'altra, mentre il corrispettivo del triangolo equilatero è la piramide a base quadrata.
Ciò detto non ci dovrà sfuggire neanche il fatto che sia Gesù, sia l'alchimia, sia Maometto posano le basi della loro fede, del loro interesse di ricerca e della loro devozione, su una pietra cubica nascosta, piccola e nera.
Nella foto 2 vediamo invece un Mandala tibetano circolare, di quelli fatti con la sabbia colorata, la cui geometria interna è formata da tanti quadrati concentrici. Apparentemente in questa figura non sembrano esserci triangoli, ma se osserviamo attentamente vediamo invece che tutti i quadrati sono divisi dalle loro due diagonali in quattro triangoli dalla superficie diversamente colorata, la qual cosa da l'idea prospettica che tutti assieme, l'uno sull'altro, formino appunto una piramidale.
Il fatto che la struttura quaternaria sia sempre ribadita da una sotto struttura ternaria è un'altra informazione Archetipo che ci viene indotta inconsciamente in tutte le creatività per stimolarci a prendere coscienza che possiamo raggiungere la quaternità psicologica e l'unità spirituale cominciando a prendere coscienza che c'è una differenza "qualitativa" tra le tre funzioni coscienti e la quarta, che ha la sua ragione d'essere.
Ciò equivale a dire che tre funzioni psicologiche della coscienza appartengono al mondo materiale mentre la quarta appartiene al mondo spirituale e che la loro unione porta non già al quattro ma alla "qualità" del cinque, cioè alla "quinta essenza". Ma questa peculiarità forse sarà intesa ancora meglio quando parleremo, nel prossimo scritto, della "costellazione" dell'Archetipo della quaternità nella vita cosciente, tra persone che si accingono a compiere insieme, opere creative, in una qualche impresa importante nella vita.
Il significato del messaggio simbolico del Mandala si disvela attraverso la creatività che si manifesta nei sogni e nelle opere della vita cosciente
Confronteremo adesso il significato simbolico e la struttura geometrica dei Mandala con la straordinaria identità delle strutture quaternarie che produciamo nella vita cosciente in tutta la produttività creativa a partire dai sogni e dalla comunicazione dei pensieri attraverso le fiabe, i miti, le opere artistiche, le varie attività umane e che infine ritroviamo anche nell'alchimia e nelle religioni per vedere se e quali istruzioni esse contengono. Dell'ambito alchemico e religioso ci occuperemo in un lavoro a parte in quanto la mole di materiale iconografico e la sua evoluzione nel tempo è tale da non consentirci un lavoro proficuo in questa sede che vuole essere anche preparatoria di quella.
Nelle varie storie di fantasia, notiamo molto spesso che i personaggi principali sono quasi sempre organizzati in due gruppi di tre e uno. Talvolta questi due gruppi sono in conflitto tra di loro, talvolta lavorano di comune accordo, le due situazioni poi si possono verificare separatamente in racconti diversi, oppure anche contemporaneamente o successivamente nello stesso racconto.
Della fiaba di Pinocchio abbiamo già parlato più dettagliatamente in un lavoro precedente, riprendiamola comunque insieme a qualche altro esempio noto, preso qua e là dal Mito e dalla Fiaba, nell'enorme quantità di materiale a nostra disposizione .
Pinocchio, Geppetto, il grillo parlante sono una trinità maschile dove la fata è il quarto femminile il cui intervento finale mette a posto le cose.
Cenerentola è la quarta maltrattata, contrapposta a un trio formato da una matrigna e due sorellastre che spadroneggiano e la maltrattano considerandosi molto in gamba, ma poi è Cenerentola ad avere successo nella vita e a sposare il Principe corteggiato dalle altre tre.
"Tre Moschettieri noi siam del re, ma un quarto ce n'è" cantava una filastrocca di quando ero bambino. Il quarto che è il più giovane, idealista e creativo, si aggiungerà più tardi agli altri tre, gruppo di guardie scelte della regina, di cui desiderava ardentemente fare parte anche lui. Il quarto farà conoscenza dei suoi futuri amici cominciando a litigare successivamente con tutti e tre, sfidandoli a duello lo stesso giorno e dandogli appuntamento nello stesso posto senza sapere che sono i tre moschettieri. Unitosi così faticosamente al gruppo, per varie vicissitudini non sarà mai sempre presente, però interverrà sempre provvidenzialmente al momento giusto ogni qual volta ci sarà da risolvere loro un problema. E' uno dei casi più evidenti della metafora di come si svolge effettivamente il rapporto con la propria Anima all'inizio di un processo di individuazione e poi nel suo procedere successivo durante tutta la vita, su questo racconto ritorneremo più avanti.
Qui, Quo, Qua, sono gli avveduti e razionalissimi nipotini di zio Paperino che sanno tutto grazie al diario delle giovani marmotte, il quale animale per altro, è notoriamente preso ad esempio come animale lento o pigro e che quindi a livello umano diventa simbolo della lentezza anche a "capire". Paperino è matto e sfortunato, ma è anche il centro e l'origine di tutti gli avvenimenti creativi divertenti, da cui gli altri tre traggono esperienze di vita e saggezza.
Questi quartetti sono tutte rappresentazioni inconsce, di una quaternità psicologica maschile dove il trio corrisponde alle tre personalità psicologiche di Pensiero, Sensazione, Intuizione e il quarto corrisponde alla quarta funzione di Sentimento.
In questi quartetti vediamo che il quarto non è sempre di sesso opposto agli altri tre, come dovrebbe essere la rappresentazione corretta delle quattro personalità dell'Io totale maschile, ciò nonostante il "quarto" ha sempre le qualità femminili della creatività e dell'Eros femminile. Paperino è il tipico esempio di un maschio molto rimosso il quale diventa, per questo motivo, preda del suo inconscio femminile che, esprimendosi autonomamente, lo fa comportare appunto "animosamente", come una donna isterica. La donna al contrario, quando è "rimossa", parla e agisce anche lei animosamente, ma alla maniera maschile, cioè attraverso le sue qualità inconsce maschili rimaste primitive e diventate autonome, che la fanno esprimere con una "logica" maschile solo apparente, invero alienata, che si basa cioè, solo su pregiudizi e luoghi comuni che costituiscono per lei stessa un blocco a qualsiasi possibilità di comprendere, e a qualsiasi tentativo di comunicazione corretta.
Comportamento caratteristico di tutte le persone "rimosse" è quindi quello di parlare e agire con la parte deteriorata delle qualità che la natura ha attribuito al sesso opposto perché l'Inconscio è di sesso opposto alla coscienza ed emerge autonomamente nelle parole e nelle azioni di chi non conosce la parte di sé che è stato costretto a relegare nell'inconscio personale. La parte di sé che non si conosce viene così "proiettata" sull'interlocutore che non la possiede e che diventa "specchio" dei difetti o delle qualità del "proiettante".
Per chi è inconscio di questo processo, è come se avesse un ospite dentro di sé, un gemello cattivo che gli fa fare, intendere e cedere quello che vuole lui senza che se ne accorga e sono tutte cose che lo denunciano e gli arrecano danno sino a che non ne "muore" o ne diventa cosciente.
Stando così le cose possiamo allora comprendere perché nella fiaba di Cenerentola le tre funzioni maschili del quartetto sono rappresentate dalla matrigna con le due sorellastre che essendo rimosse si comportano appunto come la parodia dissennata di un maschio assennato.
Chi ha creato invece i personaggi di Tip, Top, Tap uniti a Topolino sulla falsariga dei nipoti di Paperino si è presto reso conto che questo quartetto "non funzionava", ciò dipende dal fatto che Topolino, che per lo più fa l'investigatore, è più razionale degli altri tre. Questo quartetto quindi non "funzionava", non attirava l'interesse del pubblico, risultava noioso, ed è stato presto abbandonato, sostituito dal più fortunato accoppiamento di Topolino con lo svampito Pippo col quale la complementarietà degli opposti viene ripristinata.
Pippo, a sua volta, è stato accoppiato, nelle storie a lui solo dedicate, col suo piccolo nipote geniale che è la situazione simmetrica a quella di Qui, Quo e Qua accoppiati all'altro zio Archimede Pitagorico, geniale scienziato matto, anche lui però capace di risolvere con le sue invenzioni impossibili, tutte le situazioni.
Vediamo quindi che in tutti questi esempi è sempre il personaggio irrazionale e femminile che da senso e rende interessante la storia risolvendo i problemi da solo o con l'aiuto degli altri tre, mentre quelli razionali e maschili sono insipidi e gli fanno solo da assistenti pedanti.
Mi viene in mente ancora il film "Gli ammutinati del Bounty" con Marlon Brando, un vero capolavoro di recitazione e dialoghi, dove tre marinai meno rozzi degli altri ma pur sempre "rimossi", si alleano con Marlon Brando, capitano in seconda, nobile raffinato, colto e trasgressivo, per incitarlo a prendere il comando della nave, cosa che sarà indotto a fare dopo non pochi conflitti con la sua coscienza, ma poi i tre, non ne seguiranno sino all'ultimo i saggi consigli "fuori dalla norma", con i danni che inevitabilmente ne seguiranno per tutti.
Esistono infatti fiabe e miti così detti del lieto fine e non, ma tutte queste fiabe con gli avvenimenti che si sviluppano attraverso le azioni dei personaggi e alla cui fine se ne dovrebbe trarre un insegnamento, non sono che Archetipi di situazioni che si creano quando sono presenti determinati stati psicologici corretti e o scorretti, tra le persone che si trovano a interagire tra di loro e che dipendono dal buono o cattivo uso delle qualità rappresentate dalle singole funzioni o personalità psicologiche della coscienza.
Il modo in cui queste interagiscono tra di loro crea una situazione di stati psicologici che possono essere in accordo, come nel caso dei tre Moschettieri che insieme rappresentano un quartetto armonioso che ha degli ideali per i quali non hanno paura di compiere una impresa pericolosa, vincono e sono ricompensati sia materialmente che spiritualmente. In questo caso l'Archetipo del Mandala dei quattro moschettieri indica attraverso il carattere dei singoli amici le quattro qualità che anche la persona singola deve sviluppare dentro di sé per poter dare il meglio nelle imprese eroiche della sua vita, che sono poi le singole qualità delle quattro funzioni psicologiche della coscienza. Ma l'Archetipo indica anche che quattro persone ciascuna delle quali abbia più sviluppata una delle quattro funzioni psicologiche della coscienza, come nel caso dei Moschettieri, se si uniranno per intraprendere una grande impresa, la porteranno a termine con successo e soddisfazione perché insieme formeranno lo strumento quaternario completo.
Così Dartagnan che è l'ultimo e più giovane arrivato nel gruppo, rappresenta simbolicamente la quarta funzione di Sentimento, i suoi desideri in lui non sono inconsci e proprio per questo ha potuto sviluppare correttamente anche le altre tre personalità o funzioni e quindi può risolvere i problemi degli altri tre, e così facendo esaudisce anche i suoi desideri (sentimenti). Però Dartagnan abbiamo visto che conosce i moschettieri attraverso tre sfide all'ultimo sangue e probabilmente, il primo che incontra, e che sfida, simbolicamente dovrebbe essere il Moschettiere col carattere che rappresenta meglio la funzione di Pensiero che è complementare al Sentimento e che notoriamente è sempre maggiormente in conflitto col Sentimento.
Anche in realtà infatti una persona creativa, quindi più irrazionale che segue i propri desideri e li manifesta, si scontrerà di preferenza con un tipo di Pensiero estremamente razionale, che tende ad accettare i compromessi e i limiti imposti dalla norma ai suoi veri desideri diventati inconsci. L'uno sarà ateo e materialista l'altro credente e spirituale, tra i due il dialogo è difficilissimo e può portare a incomprensioni.
Così nell'ordine ci sarà poi l'incontro scontro con il secondo Moschettiere che ha più sviluppata la funzione di Sensazione e sarà riconoscibilissimo dalla sua materialità, dalla sua vitalità godereccia e festaiola ma attiva e pratica nel bisogno e sempre pronto all'azione come al comando, per terzo incontrerà il Moschettiere che meglio rappresenta l'Intuizione con caratteristiche opposte e complementari alla Sensazione, più chiuso, meditativo e riservato.
Questo incontro scontro è una metafora che sta ad indicare che nel processo di rieducazione delle tre funzioni della coscienza ad opera della quarta, (processo di individuazione della vera personalità), all'inizio c'è uno scontro tra la coscienza dominata dal solo Pensiero razionale che è restia a cambiare la sua logica per dare il primato della saggezza all'Inconscio, ai Sentimenti dimenticati, perché sempre considerati erroneamente irrazionali e quindi inadatti ad avere successo. (Cenerentola).
In questo modo i quattro moschettieri sono anche quattro eroi che costituiscono una quaternità Mandalica. I 4 Moschettieri contengono ciascuno 4 funzioni per un totale di 16 funzioni organizzate in 4 sotto insiemi di 3 funzioni maschili + una femminile, che formano un sotto insieme di 12 funzioni della Coscienza più 4 dell'Inconscio. Se tutto ciò fosse rappresentato in una figura geometrico matematica dalla fantasia di un artista, esso potrebbe assomigliare alla struttura del Mandala circolare e quadrato vista più sopra, se poi immaginiamo i quattro moschettieri in interazione dinamica nell'avventura che li accomuna, le interazioni tra le funzioni di tutti durante gli eventi, determinerebbero un "disegno" ancora più complesso che amplificherebbe la struttura ternaria e quaternaria del Mandala Archetipo di tutti i sotto insiemi di stati psicologici complessi. Il disegno schematico della struttura geometrica tipica del Mandala della fig. 1, quindi può ben rappresentare l'armonia di queste interazioni equilibrate di insiemi e sotto insiemi quaternari e ternari ad un tempo, con tutte le varianti possibili di interazioni ordinate armoniosamente tra loro.
La quintessenza è il centro del Mandala, centro comune sia come meta materiale che spirituale ma al contempo ogni Moschettiere è anche il centro del proprio Mandala proiettato fuori di sé nella azioni del Mondo, e come cerchio magico protettivo intorno a sé o al Sé, per cui ogni moschettiere rappresenta l'uno all'interno del suo quattro e quindi rappresenta il cinque, ossia la sua stessa quintessenza per cui in lui abbiamo rappresentati il numero cinque, il quattro, il tre , il due (conscio e inconscio), e di nuovo l'uno. Tutto ciò, ripeto, non è altro che la struttura della natura intima di un ordine superiore della Psiche, espresso geometricamente con un disegno, che non può essere rappresentata altrimenti che con la figura del Mandala.
Riassumendo e concludendo.
Tutte queste storie della creatività maschile, contengano sempre la stessa informazione rappresentata anche dalla struttura interna del Mandala, del 3+1 dove il quarto, apparentemente meno presente, di secondo piano o sfortunato a seconda dei casi, sia esso pure dello stesso sesso degli altri tre, pur tuttavia ha le caratteristiche femminili dell'inconscio irrazionale maschile, creativo e apparentemente sfortunato e sovente maltrattato da quelli che stanno dalla parte della "norma", e che rappresenta simbolicamente la quarta funzione di Sentimento che deve faticare per imporsi perché è sempre bistrattata e tenuta in disparte dalla coscienza, la quale tende ad ignorarla o a sottovalutarla.
Tutto ciò è la proiezione, per lo più inconscia per chi scrive queste storie, dell'informazione di come è "fatta" la natura intima della sua Psiche nel momento in cui sente il bisogno di scriverle proprio come se sognasse. Nella fantasia indotta dall'Inconscio sono contenute le immagini simboliche e metaforiche che opportunamente decodificate si scopre che contengono informazioni materiali e spirituali per rieducare le tre funzioni coscienti ad operare in maniera corretta e in armonia tra loro.
Bibliografia
C. G. Jung.
"La dinamica dell'Inconscio". Opere Vol. 8
"Gli archetipi dell'inconscio collettivo". Opere. Vol. 9a
Marie Louise Von Franz. "Tipologie psicologiche".
Mircea Eliade. "Lo Sciamanesimo".
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