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Cosa è la filosofia

Ultimo Aggiornamento: 07/12/2008 19:00
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La filosofia, dal greco φιλείν (filèin), amare e σοφία (sofìa), sapienza, cioè amore per la sapienza, è la disciplina che si occupa di studiare e definire i limiti e le possibilità della conoscenza e, in generale, dell'esistenza dell'uomo, considerato come singolo e nella sua relazione, teoretica e pratica, con gli altri uomini e con il mondo.

Il bisogno di filosofare, secondo Aristotele, nascerebbe dalla "meraviglia", ovvero dal senso di stupore e di inquietudine sperimentata dall'uomo quando, soddisfatte le immediate necessità materiali, comincia ad interrogarsi sulla sua esistenza e sul suo rapporto con il mondo.

Queste domande di carattere universale, definibili come il problema del rapporto tra il soggetto e l'oggetto, vengono trattate secondo due aspetti: il primo è quello della filosofia teoretica, che studia l'ambito della conoscenza, il secondo è quello della filosofia pratica o morale o etica, che si occupa del comportamento dell'uomo nei confronti degli oggetti e, in particolare, degli altri uomini, che egli presume siano individui come lui, perché appaiono a lui simili, pur non potendoli conoscere al di là delle apparenze


Vorrei che andaste incontro al sole e al vento
con la pelle, più che con il vestito,
perchè il respiro della vita
è nella luce solare
e la mano della vita è nel vento

Kahlil Gibran "Il profeta"
07/12/2008 18:55
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Etimologia
Com'è noto, la parola filosofia ha origine dall'unione di due parole greche: φιλείν (fìleìn), amare e σοφία (sofìa), che indica un nesso fondamentale fra il sapere, che il filosofo cerca o ritiene di aver raggiunto, e l'amore, inteso non nella sua forma erotica (anche se l'eros, il desiderio è platonicamente il movente fondamentale della ricerca filosofica), ma in una accezione più vicina al sentimento dell'amicizia.

Il filosofo, sarebbe dunque l'"amico del sapere", cioè del conoscere; come tale egli non si identifica con il sapere, ma piuttosto vi si accompagna, essendo consapevole di non poterlo possedere del tutto (così ad es. in Socrate[3] o in Pitagora, indicato dalla tradizione come il creatore del termine filosofia, quando avvertiva che l'uomo può solo essere amante del sapere ma mai averlo del tutto, poiché questo appartiene veramente solo agli dei).

Quanto al termine σοφία, la gamma dei suoi significati è piuttosto ampia, e si è prestata, nel corso dei secoli, a diverse interpretazioni del sapere filosofico: originariamente distinta dalla φρόνησιϛ, la prudenza, l'accortezza di giudizio, la sophia indica un'abilità di tipo più teorico, cioè la capacità di trarre verità universali dalla conoscenza delle cose.

Il saggio, tuttavia, nel senso greco del termine, non è l'uomo perso nelle sue riflessioni teoriche; egli, pur detenendo un sapere considerato astratto, possiede invece l'abilità di farne un uso concreto, pratico: [4] in questo senso la filosofia greca è permeata, fra l'altro, dal problema politico[5], ovvero dal rapporto fra la sapienza e la capacità di governare il comportamento dell'uomo sia come singolo che come facente parte della comunità della polis stessa.
07/12/2008 18:58
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Nascita della filosofia
Nascita della filosofia

L'individuazione dell'origine della filosofia, ovvero del momento in cui essa si costituisce come autonoma attività di pensiero, si collega alla definizione della filosofia come riflessione razionale, in grado di sostituire a una concezione mitologica o religiosa della natura, una spiegazione dei fenomeni naturali basata sull'analisi dei dati forniti dall'esperienza. Questa concezione della filosofia, fondata sul nesso fra esperienza, natura e ragione(una definizione che si ricollega a ciò che oggi concepiamo come scienza), ci porta a individuare la nascita della filosofia come un fenomeno appartenente alla cultura greca ed europea. Nei secoli VII e VI a.C. la Grecia si trasforma da paese agricolo a artigiano e commerciale. Una nuova classe di mercanti cerca la sua fortuna lontano dalle polis d'origine, prevalentemente mercantili quelle della Ionia (Asia Minore), come Mileto, Efeso, Clazomene, Samo, ecc.

I flussi migratori hanno inizio intorno al 1200 a.C. e vedono in un primo tempo mercanti-marinai che dalla penisola ellenica vanno verso Oriente, fondando colonie nella Ionia. In un secondo tempo, dall'VIII secolo a.C. in poi, è da qui che (sotto la pressione persiana) avviene l'inverso, vedendo per esempio Leucippo ed Anassagora trasferirsi il primo ad Abdera e il secondo ad Atene. Ciò determina un rimescolamento di culture estremamente favorevole per l'evoluzione della filosofia.

È sulle coste della Ionia, e in particolare a Mileto, che l'evoluzione della società, i frequenti contatti mercantili con gli altri popoli del Mediterraneo, del mondo iranico e forse anche di quello indiano, portano un nuovo bisogno di conoscere. È infatti a Mileto che sorge la prima scuola filosofica, non un cenacolo, ma una mera affinità intellettuale che si riscontra nel pensiero di Talete, Anassimandro e Anassimene.

Tuttavia, proprio il sorgere della filosofia come attività di indagine sul mondo e sul suo principio(archè)nella colonia orientale di Mileto, ci spinge a riflettere sulle influenze che le altre culture, in particolare egiziane e orientali, potrebbero aver avuto nella formazione dei primi pensatori. Isocrate, contemporaneo di Platone, ad es., attribuiva la fondazione della filosofia non ai greci, ma agli egizi; e vi sono attestazioni della conoscenza, da parte degli egizi, già nel XII secolo a.C., di discipline come la medicina e la matematica, vissute come attività meramente razionali. Tutt'altro può però essere stata la genesi della filosofia in Oriente, la cui fondazione è oggetto di controversie che riguardano non solo i fatti storici, ma soprattutto la definizione della filosofia. Secondo l'impostazione fin qui seguita, ovvero quella che definisce la filosofia nella sua autonomia dalla religione e dal mito, gli aspetti filosofici presenti nell'Induismo, nel Buddismo, nel Taoismo, nel Confucianesimo originario, non possono tuttavia ritenersi frutto di una vera e propria attività filosofica. Ciò soprattutto perché la sapienza orientale si basava su conoscenze poste come verità teologiche indiscutibili conosciute solo da un gruppo ristretto di persone, i cosiddetti "sacerdoti"; questi assiomi non miravano allo sviluppo della razionalità ma erano orientati ideologicamente verso il raggiungimento di una vita ultraterrena o praticati per l' accrescimento di facoltà spirituali connesse alla sacralità.[16] Le dottrine orientali, pur non indipendenti dai vincoli posti dalla religione, ebbero comunque il pregio di indagare il senso dell'esistenza dell'uomo, in modo forse più diretto ed esplicito, rispetto alle prime esperienze filosofiche occidentali.
07/12/2008 19:00
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