00 28/05/2009 15:30
TRADUZIONE

Colui che reprime i sensi, ma ha la mente ancora legata agli oggetti dei sensi, certamente s'illude ed è considerato un simulatore.



SPIEGAZIONE

Molti fingono di meditare mentre in realtà pensano solo al piacere dei sensi. Tali simulatori rifiutano naturalmente d'impegnarsi nella coscienza di Krishna e possono anche cullarsi in aride speculazioni filosofiche per impressionare le menti contorte, ma secondo questo verso sono i peggiori imbroglioni. Se si desidera soltanto godere dei sensi, si può assumere il ruolo che ci piace all'interno dell'ordine sociale e agire di testa propria; ma se si vuole una graduale purificazione occorre seguire i princìpi regolatori del gruppo sociale a cui si appartiene. Chiunque finga di essere uno yogi, quando in realtà cerca il solo piacere dei sensi, dev'essere giudicato il peggiore imbroglione anche se riesce a parlare in termini filosofici. La sua conoscenza è inutile perché i frutti della conoscenza di un uomo così peccaminoso sono immediatamente portati via dall'energia illusoria del Signore. I pensieri di tale simulatore sono sempre impuri perciò la sua cosiddetta meditazione yoga non ha alcun valore.





VERSO 7

yas tv indriyani manasa
niyamyarabhate 'rjuna
karmendriyaih karma-yogam
asaktah sa visisyate

yah: colui che; tu: ma; indriyani: i sensi; manasa: con la mente; niyamya: regolando; arabhate: comincia; arjuna: o Arjuna; karma-indriyaih: con gli organi d'azione; karma-yogam: devozione; asaktah: senza attaccamento; sah: egli; visisyate: è di gran lunga il migliore.



TRADUZIONE

D'altra parte una persona sincera che cerca di controllare i sensi attivi con l'aiuto della mente, e s'impegna senza attaccamento nel karma-yoga [nella coscienza di Krishna], è di gran lunga superiore.



SPIEGAZIONE

Invece di diventare uno pseudo-spiritualista per ottenere più facilmente i piaceri materiali, è molto meglio mantenere la propria occupazione e cercare allo stesso tempo di raggiungere il fine dell'esistenza, cioè liberarsi dai legami della materia per entrare nel regno di Dio. Nel nostro stesso interesse, il primo scopo (svartha-gati) da raggiungere è Visnu. L'istituzione del varnasrama-dharma ci aiuta a raggiungere questo scopo. Anche un capofamiglia può raggiungere questo scopo se s'impegna nel servizio di devozione seguendo le regole della coscienza di Krishna. Per giungere alla realizzazione spirituale, l'uomo deve vivere in modo regolato come prescrivono gli sastra e continuare a compiere il suo dovere in uno spirito di distacco. L'uomo sincero che s'incammina su questa via è infinitamente meglio situato dall'impostore che fa mostra di uno spiritualismo mediocre per imbrogliare un pubblico ingenuo. Uno spazzino sincero vale mille volte più di un falso yogi che finge di meditare solo per guadagnarsi da vivere.





VERSO 8

niyatam kuru karma tvam
karma jyayo hy akarmanah
sarira-yatrapi ca te
na prasiddhyed akarmanah

niyatam: prescritti; kuru: compi; karma: doveri; tvam: tu; karma: azione; jyayah: migliore; hi: certamente; akarmanah: che senza agire; sarira: del corpo; yatra: mantenimento; api: perfino; ca: anche; te: tuo; na: mai; prasiddhyet: potrebbe essere compiuto; akarmanah: senza azione.



TRADUZIONE

Compi il tuo dovere prescritto perché l'azione è migliore dell'inazione. Senza agire non è possibile nemmeno mantenere il proprio corpo.



SPIEGAZIONE

Molti sono gli pseudo-mediatori che dicono di appartenere a famiglie nobili, e molti gli uomini importanti che dicono di aver abbandonato tutto per consacrarsi alla realizzazione spirituale. Krishna non vuole che Arjuna diventi un simulatore, ma vuole che compia i suoi doveri come ksatriya. Arjuna è un uomo di famiglia e un generale militare, perciò è meglio per lui mantenere la sua posizione e compiere i doveri prescritti per i capifamiglia e per gli ksatriya. Questi doveri purificano gradualmente il cuore di chi li compie liberandolo da ogni contaminazione materiale. Né il Signore né alcuna Scrittura sacra incoraggiano una finta rinuncia intesa a soddisfare i bisogni del corpo; in un modo o nell'altro l'uomo deve guadagnarsi da vivere con un lavoro. Nessuno deve abbandonare per capriccio le proprie attività senza prima essersi purificato da ogni attaccamento materiale. E chiunque si trovi nel mondo materiale ha in sé il desiderio impuro di dominare la natura materiale o, in altre parole, di godere dei sensi. Questo desiderio impuro deve essere eliminato. Chi rinuncia a ogni attività prima di aver spazzato via questo desiderio compiendo il proprio dovere, diventerà solo un falso spiritualista, un parassita della società.





VERSO 9

yajnarthat karmano 'nyatra
loko 'yam karma-bandhanah
tad-artham karma kaunteya
mukta-sangah samacara

yajna-arthat: compiuta soltanto a favore di Yajna, Sri Visnu; karmanah: che l'attività; anyatra: altrimenti; lokah: mondo; ayam: questo; karma-bandhanah: prigionia dovuta all'azione; tat: di Lui; artham: per il bene; karma: attività; kaunteya: o figlio di Kunti; mukta-sangah: libera dal contatto; samacara: agisci perfettamente.



TRADUZIONE

L'attività dev'essere compiuta come sacrificio a Visnu, altrimenti lega il suo autore al mondo materiale. Per questa ragione, o figlio di Kunti, compi i tuoi doveri per la soddisfazione di Visnu e resterai per sempre libero dai legami della materia.



SPIEGAZIONE

Poiché è necessario agire, se non altro per provvedere ai bisogni del corpo, i doveri di ogni individuo, in base alla sua posizione sociale e spirituale, sono stabiliti in modo da procurargli tutto il necessario per vivere. Il termine yajna designa sia Visnu sia gli atti di sacrificio, perché tutti i sacrifici esistono solo per soddisfare Visnu. I Veda affermano a questo proposito: yajno vai visnuh. In altre parole, servire direttamente Visnu vale quanto eseguire tutti i sacrifici prescritti. La coscienza di Krishna è dunque la forma di yajna consigliata in questo verso.
Soddisfare Visnu è lo scopo dell'istituzione del varnasrama: varnasramacaravata purusena parah puman / visnur aradhyate. (Visnu Purana 3.8.8) Si deve agire dunque per la soddisfazione di Visnu. Ogni altra forma di attività compiuta nel mondo materiale sarà solo causa di schiavitù, perché sia le azioni buone sia quelle cattive comportano una reazione, e questa reazione lega il loro autore. Perciò è necessario agire in coscienza di Krishna per soddisfare Krishna, o Visnu, perché questo genere di attività non condiziona il suo autore ma lo libera immediatamente. Questa è l'arte dell'agire, e all'inizio si rivela indispensabile l'aiuto di una guida esperta. Si deve dunque agire con coscienza, seguendo le indicazioni di un devoto di Krishna o di Krishna stesso (come nel caso di Arjuna). Non si deve fare niente per la gratificazione dei sensi, ma si deve fare tutto per la soddisfazione di Krishna. Così non solo saremo liberati da tutte le conseguenze materiali, ma ci eleveremo fino al trascendentale servizio d'amore al Signore, unica via per raggiungere il regno di Dio.






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