00 28/05/2009 15:30
VERSO 2

vyamisreneva vakyena
buddhim mohayasiva me
tad ekam vada niscitya
yena sreyo 'ham apnuyam



vyamisrena: con ambigue; iva: certamente; vakyena: parole; buddhim: intelligenza; mohayasi: Tu stai confondendo; iva: certamente; me: mio; tat: perciò; ekam: uno solo; vada: dimmi, per favore; niscitya: che dà certezza; yena: da quale; sreyah: reale beneficio; aham: io; apnuyam: posso avere.



TRADUZIONE

La mia intelligenza è confusa dalle Tue istruzioni ambigue. Ti prego dimmi chiaramente quale via sarà più benefica per me.



SPIEGAZIONE

Come preludio alla Bhagavad-gita, il capitolo precedente ha presentato diversi metodi di realizzazione spirituale, come il sankhya-yoga, il buddhi-yoga, il controllo dei sensi con l'intelligenza e l'azione disinteressata, mettendo il neofita di fronte a questi differenti metodi. Ma il secondo capitolo non tratta questi argomenti in modo sistematico. Sono necessarie altre precisazioni per tracciare un piano d'azione e facilitare la comprensione di questi argomenti apparentemente contraddittori. Perciò Arjuna chiede a Krishna di spiegare ancora questi argomenti, affinché diventino perfettamente comprensibili anche all'uomo comune. Sebbene Krishna non avesse alcuna intenzione di confonderlo con giochi di parole, Arjuna non riesce a capire che cosa significhi essere coscienti di Krishna sia nell'azione che nell'inazione. Arjuna, dunque con le sue domande tenta di chiarire la via della coscienza di Krishna a tutti coloro che desiderano seriamente capire il mistero della Bhagavad-gita.





VERSO 3

sri-bhagavan uvaca
loke 'smin dvi-vidha nistha
pura prokta mayanagha
jnana-yogena sankhyanam
karma-yogena yoginam



sri-bhagavan uvaca: Dio, la Suprema Persona, disse; loke: nel mondo; asmin: questo; dvi-vidha: due generi di; nistha: fede; pura: anticamente; prokta: erano state dette; maya: da Me; anagha: tu che sei senza peccato; jnana-yogena: col metodo di conoscenza che lega; sankhyanam: dei filosofi empirici; karma-yogena: col metodo di devozione che lega; yoginam: dei devoti.



TRADUZIONE

Il Signore Supremo disse:
O Arjuna senza peccato, come ho già detto, due sono le categorie di uomini che cercano di realizzare il sé. Alcuni sono inclini a raggiungere questo fine con la speculazione filosofica empirica, altri col servizio devozionale.



SPIEGAZIONE

Nel secondo capitolo, verso 39, il Signore ha indicato due vie, quella del sankhya-yoga e quella del karma-yoga, o buddhi-yoga. In questo verso il Signore spiega queste due vie in modo più chiaro. Il sankhya-yoga, ovvero lo studio analitico della materia e dello spirito, è il sentiero di coloro che amano la speculazione e cercano di comprendere le cose mediante la filosofia e la scienza sperimentale. Gli altri sono coloro che agiscono nella coscienza di Krishna, come spiega il verso 61 del secondo capitolo. Il Signore ha spiegato inoltre (B.g. 2.39) che agendo secondo i principi del buddhi-yoga (la coscienza di Krishna) ci si può liberare dalle catene dell'azione e ha precisato che questa via è libera da imperfezioni. Nello stesso capitolo (B.g. 2.61) si afferma che il buddhi-yoga consiste nel dipendere interamente dall'Essere Supremo, Krishna, e che applicando questo metodo diventa molto facile controllare i sensi. Di conseguenza queste due forme di yoga sono complementari, come la religione e la filosofia. Infatti, la religione senza filosofia è solo sentimentalismo, o a volte fanatismo, e la filosofia senza religione è solo speculazione mentale.
Il fine ultimo è Krishna, e i filosofi che cercano con sincerità la Verità Assoluta giungono immancabilmente alla coscienza di Krishna. Ciò è confermato anche nella Bhagavad-gita. Si tratta di comprendere la vera natura dell'anima individuale in relazione con l'Anima Suprema. La via indiretta è costituita dalla speculazione filosofica, con cui ci si può gradualmente elevare alla coscienza di Krishna; ma la via diretta consiste nel vedere tutto, fin dall'inizio, in relazione a Krishna. Delle due, la coscienza di Krishna è la via migliore perché non richiede nessun ripiego speculativo per purificare i sensi. Sublime e allo stesso tempo semplice, la coscienza di Krishna, via di devozione e d'amore, è purificatrice in se stessa.





VERSO 4

na karmanam anarambhan
naiskarmyam puruso 'snute
na ca sannyasanad eva
siddhim samadhigacchati



na: non; karmanam: di doveri prescritti; anarambhat: senza compiere; naiskarmyam: libertà dalla reazione; purusah: un uomo; asnute: ottiene; na; né; ca: anche; sannyasanat: con la rinuncia; eva: soltanto; siddhim: successo; samadhigacchati: raggiunge.



TRADUZIONE

Non è soltanto astenendosi dall'agire che ci si può liberare dalle conseguenze dell'azione, né la rinuncia di per sé è sufficiente a raggiungere la perfezione.



SPIEGAZIONE

Una volta raggiunta la purificazione mediante il compimento dei doveri prescritti, che hanno lo scopo di lavare il cuore materialista da ogni impurità, si può accedere all'ordine di rinuncia. Colui che non si è gradualmente purificato non può raggiungere la perfezione dell'esistenza entrando bruscamente nella quarta fase della vita umana, il sannyasa. Secondo i filosofi empirici, sarebbe sufficiente prendere l'abito da sannyasi, cioè abbandonare ogni azione interessata, per diventare uguali a Narayana. Ma Krishna smentisce questa teoria. Il sannyasi che non ha purificato il proprio cuore non può essere che causa di disturbo per l'ordine sociale. Se invece c'impegniamo nel trascendentale servizio del Signore (il buddhi-yoga), ogni progresso su questa via sarà riconosciuto dal Signore anche se non adempiamo i nostri obblighi materiali. Sv-alpam apy asya dharmasya trayate mahato bhayat: compiendo anche un piccolo servizio di devozione si possono superare grandi ostacoli. (B.g. 2.40)





VERSO 5

na hi kascit ksanam api
jatu tisthaty akarma-krit
karyate hy avasah karma
sarvah prakriti-jair gunaih

na: né; hi: certamente; kascit: chiunque; ksanam: un momento; api: anche; jatu: perfino; tisthati: rimane; akarma-krit: senza fare qualcosa; karyate: è forzato ad agire; hi: certamente; avasah: senza scampo; karma; azione; sarvah: tutti; prakriti-jaih: generate dalle influenze della natura materiale; gunaih: per le qualità.



TRADUZIONE

Tutti gli uomini sono inevitabilmente costretti ad agire secondo le tendenze acquisite sulla base delle influenze della natura materiale; per ciò nessuno può astenersi dall'agire, nemmeno per un istante.



SPIEGAZIONE

L'anima, per natura, è sempre attiva, e non solo quando si trova in un corpo. In assenza dell'anima spirituale, il corpo materiale non può muoversi. Il corpo è solo un veicolo inerte che trae dall'anima l'energia vitale. L'anima è sempre attiva e non può smettere di agire neppure per un momento. È meglio dunque che agisca nella coscienza di Krishna, perché anche se la rifiutasse dovrebbe pur sempre agire, ma questa volta sotto il dominio dell'energia illusoria. A contatto con l'energia materiale, l'anima spirituale subisce le tre influenze della natura materiale e per purificarsi dall'attaccamento alla materia deve compiere i doveri che gli sastra (le Scritture rivelate) prescrivono per gli esseri condizionati. Ma se l'anima è direttamente impegnata nella coscienza di Krishna, che è la sua funzione naturale, tutto ciò che compie le è di grande beneficio. Lo Srimad Bhagavatam lo conferma:



tyaktva sva-dharmam caranambujam harer
bhajann apakvo 'tha patet tato yadi
yatra kva vabhadram abhud amusya kim
ko vartha apto 'bhajatam sva-dharmatah


"Chi adotta la coscienza di Krishna non perde niente e non deve temere nulla, anche se non compie i doveri prescritti negli sastra o se non esegue perfettamente il servizio di devozione, o anche se gli accade di trascurare i princìpi della coscienza di Krishna. A che serve invece seguire tutti i riti purificatòri raccomandati dagli sastra se non si è coscienti di Krishna?" (1.5.17) Occorre dunque purificarsi per diventare coscienti di Krishna. Perciò il sannyasa, come ogni altro metodo di purificazione, deve aiutare l'uomo a raggiungere il vero scopo dell'esistenza, cioè a diventare cosciente di Krishna; altrimenti la vita è un fallimento.





VERSO 6

karmendriyani samyamya
ya aste manasa smaran
indriyarthan vimudhatma
mithyacarah sa ucyate



karma-indriyani: i cinque organi d'azione; samyamya: controllando; yah: chiunque; aste; rimane; manasa: con la mente; smaran: pensando; indriya-arthan: oggetti dei sensi; vimudha: stolto; atma: anime; mithya-acarah: simulatore; sah: egli; ucyate: è chiamato.

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