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CAPITOLO: NOCIVITÀ DELLE TEORIE SULLA (PRESUNTA) REINCARNAZIONE

“Nonostante” il basso grado di veridicità e l’alto grado di nocività per il Divenire e per la qualità della vita, delle teorie sulla (presunta) reincarnazione, esse sono comunque molto popolari e molti credono in modo convinto a tali teorie. Tra le cause della loro popolarità e del loro fascino, ci sono:

-l’attaccamento all’io,

-l’attaccamento alla vita,

-la paura di morire (di cessare definitivamente di esistere come entità particolare/individuale),

-la credenza/speranza nella (presunta) trasmigrazione dell’Anima,

-la credenza/speranza di potersi Illuminare in una (presunta) vita futura,

-l’attaccamento ai frutti dell’azione,

-l’attaccamento ai concetti di bene e di male.

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Una delle ragioni del fascino degli insegnamenti sulla (presunta) reincarnazione è che offrono ai credenti la speranza che la loro identità immaginata (“io”) oppure la loro individualità o la loro Anima71 individuale (Coscienza individuale), continuerà ad esistere reincarnandosi. Tali insegnamenti possono anche ingannevolmente aiutare a mitigare la paura di morire (di cessare definitivamente di esistere come entità particolare/individuale), mentre stimolano certamente l’attaccamento72 alla vita, all’identità immaginata (all’ “io”), all’individualità ed all’Anima individuale (Coscienza individuale), ovvero l’attaccamento alle idee sull’individualità e sull’Anima individuale (Coscienza individuale).

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Divenire in modo qualitativo significa anche smettere gradualmente di immaginare di essere ciò che prima si immaginava di essere.

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Invece di stimolare l’avvicinarsi a Conoscere “ora e qua” la (propria) Reale Identità, attraverso la consapevolizzazione dell’illusorietà dell’identità immaginata, della mente, della Coscienza (Infinita/individuale) e dell’individualità nel suo complesso, le teorie sulla (presunta) reincarnazione ostacolano il Divenire.

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Secondo alcuni insegnamenti, l’Anima (Coscienza) sale e scende attraverso vari livelli evolutivi, anche come conseguenza di presunti c.d. meriti e demeriti della stessa Anima. Particolarmente fantasiose sono le teorie secondo le quali ci si può reincarnare in pietre, fiori o animali. Tali insegnamenti non considerano però che nell’ambito dell’Anima (Coscienza) non ci sono meriti e demeriti, i quali sono concetti e sono quindi esclusivi alla mente. Non ci sono i c.d. livelli spirituali attraverso i quali l’Anima (la Coscienza) sale e scende, nel senso di involuzione ed evoluzione attraverso la (presunta) reincarnazione, anche perché lo Spirito (Anima, Coscienza) non ha livelli, i quali esistono soltanto per la mente e nella mente.

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Il cosiddetto liberarsi dal (presunto) ciclo di rinascite non significa diventare qualcosa o qualcuno (un’entità) che non rinasce perché si è Realizzato, ovvero perché ha raggiunto uno stato particolare esente dal nascere e dal morire. Vuole invece dire Conoscere pienamente e senza più alcun dubbio80 la (propria) Reale Identità e che Essa non è mai nata, mai vissuta e mai morta.

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C’è anche chi nell’ambito del suo credo sulla (presunta) reincarnazione, segue il concetto: in questa vita e nelle prossime vite mi occuperò di spiritualità e mediterò, così tra dieci vite potrò illuminarmi. Tali forme pensiero e gli insegnamenti che le stimolano e sorreggono sono nocivi, anche perché stimolano l’identificarsi dell’identità immaginata con se stessa, con la vita presente e con presunte vite future. Tali insegnamenti stimolano il “proiettarsi” in un presunto futuro e “l’allontanarsi dall’ora e qua”, mentre per Divenire in modo qualitativo è invece necessario tendere incessantemente a Destarsi, cercando costantemente di consapevolizzare l’ “ora e qua”.

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A dispetto del suo contenuto verbale, il concetto: ho ancora molte vite a disposizione per Risvegliarmi, è un concetto molto sonnambulizzante. Cercando l’Illuminazione (il Divenire del tutto) in un ipotetico lontano futuro (ipotetiche vite future), si consolida l’attaccamento al c.d. futuro, creando così condizioni che allontanano dall’Illuminarsi (Divenire del tutto).