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Etimologia
Com'è noto, la parola filosofia ha origine dall'unione di due parole greche: φιλείν (fìleìn), amare e σοφία (sofìa), che indica un nesso fondamentale fra il sapere, che il filosofo cerca o ritiene di aver raggiunto, e l'amore, inteso non nella sua forma erotica (anche se l'eros, il desiderio è platonicamente il movente fondamentale della ricerca filosofica), ma in una accezione più vicina al sentimento dell'amicizia.

Il filosofo, sarebbe dunque l'"amico del sapere", cioè del conoscere; come tale egli non si identifica con il sapere, ma piuttosto vi si accompagna, essendo consapevole di non poterlo possedere del tutto (così ad es. in Socrate[3] o in Pitagora, indicato dalla tradizione come il creatore del termine filosofia, quando avvertiva che l'uomo può solo essere amante del sapere ma mai averlo del tutto, poiché questo appartiene veramente solo agli dei).

Quanto al termine σοφία, la gamma dei suoi significati è piuttosto ampia, e si è prestata, nel corso dei secoli, a diverse interpretazioni del sapere filosofico: originariamente distinta dalla φρόνησιϛ, la prudenza, l'accortezza di giudizio, la sophia indica un'abilità di tipo più teorico, cioè la capacità di trarre verità universali dalla conoscenza delle cose.

Il saggio, tuttavia, nel senso greco del termine, non è l'uomo perso nelle sue riflessioni teoriche; egli, pur detenendo un sapere considerato astratto, possiede invece l'abilità di farne un uso concreto, pratico: [4] in questo senso la filosofia greca è permeata, fra l'altro, dal problema politico[5], ovvero dal rapporto fra la sapienza e la capacità di governare il comportamento dell'uomo sia come singolo che come facente parte della comunità della polis stessa.