Mantra

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Freeflow@
00martedì 23 settembre 2008 19:32
Il Mantra








Per moltissimo tempo l'uomo ha tentato di scoprire il sistema per risvegliare la kundalini. Dunque fin dall'antichità l'uomo ha tentato di scoprire il metodo per risvegliare la kundalinì: non è soltanto in questo secolo che noi abbiamo consapevolezza del risveglio, ma anche in passato l'uomo ha tentato questo.

Egli ha scoperto molti metodi per risvegliare la kundalini; durante i vari periodi storici l'uomo ha scoperto che uno dei metodi per risvegliare la kundalini era attraverso la nascita. Però questo non è l'argomento che tratterò in questo momento ma voglio che tutti voi facciate attenzione a questo punto: è possibile far nascere individui con la kundalini sveglia.



Allora sarebbe necessario per noi tutti conoscere tutto sull'argomento: ed è per questo che dovete seguire la via del mantra. Un secondo metodo è risvegliare la kundalini attraverso l'austerità e il rigore. Austerità e rigore non sono soppressione, non uccidono la vostra personalità, non vi rendono anormali. Austerità e rigore costituiscono una delle vie più importanti per il risveglio della kundalini. Non sarà questo, però, l'argomento del mio discorso. Ora, tuttavia, voglio ancora sottolinearlo: è necessario per ognuno fra noi, che vuole risvegliare il grande potere in noi, seguire, sviluppare la via dell'austerità e del rigore. Dunque: prima via, con la nascita; seconda via, con il rigore; terza, la via del Raja Yoga.


E’ la via lungo la quale vi concentrate e meditate, dovete controllare le differenti forme di dispersione mentale e la mente deve diventare uni-direzionale, centrata.

Il quarto metodo è il risveglio della kundalini attraverso le erbe. Ma non dovete distorcere il significato, quando dico erbe; non intendo marjuana! Le erbe non sono note a tutti: solo i guru le conoscono e le danno al discepolo, secondo la tradizione, quando il discepolo diventa molto intimo e degno. Dai tempi dei tempi la scienza delle erbe è nota ai guru che l'hanno concessa ai loro discepoli capaci e competenti. Il quinto sistema è la via del mantra. E questo è l'argomento di oggi. Il mantra è una combinazione di suoni e quando noi produciamo un mantra, nella mente si creano frequenze, velocità e vibrazione. Faccio un esempio: andate vicino ad una silenziosa distesa d'acqua, prendete in mano un sassolino piccolo e gettatelo nella silenziosa distesa.

Quel piccolo sasso produrrà increspature e queste increspature si muoveranno fino ad una certa distanza e poi si dissolveranno. Allora prendete un sasso più grande e gettatelo nello stagno, l'area delle increspature sarà più grande; allora gettate un pezzo di pietra più grande con forza nello stagno e potete immaginare che le increspature continueranno per una distanza maggiore. Nello stesso modo, quando producete un mantra nella vostra mente, questo manda vibrazioni. Queste vibrazioni sono in forma di onde e queste onde sono di differente natura. Ci sono onde stabili, onde statiche e onde dinamiche. Ora, queste onde si trovano sul piano mentale e possono passare attraverso il piano mentale fino ad un altro piano. Voi producete un mantra sul piano conscio e le onde che sono prodotte dal mantra viaggiano nel subconscio e, se il mantra è potente, possono viaggiare fin nell'inconscio.

Conscio, subconscio ed inconscio sono i diversi piani della nostra esistenza.Un mantra è un suono e questo suono è una combinazione di livelli di energia molto potenti: ogni lettera del mantra ha un colore e una frequenza e la natura peculiare di un elemento. Il suono che produciamo è un suono grossolano, ma questo suono grossolano può anche diventare suono sottile. Questo suono ha quattro livelli di esistenza e il livello più alto del suono è molto potente e può rompere le barriere dell'inconscio e dunque questo mantra dovrebbe essere usato per risvegliare la kundalini. Per recitare e ripetere un mantra, dovete sapere che mantra dovete ripetere, perchè ognuno di voi è differente dal momento che siete nati in diversi anni, giorni e momenti; avete un vostro proprio segno zodiacale, avete il vostro ascendente personale e la vostra natura può essere di etere, fuoco, acqua, aria e terra. Ora, voi dovete avere un vostro mantra, secondo la vostra natura fondamentale.


Gli individui che appartengono ad un particolare segno zodiacale, appartengono anche ad un particolare elemento o tattwa. Il vostro elemento può essere fuoco, terra o un'altra cosa secondo il momento in cui siete nati. E perciò il mantra per voi deve essere in grado di aiutarvi ad evolvere verso il risveglio della kundalini. Altro punto importante che tutti voi dovete ricordare: ci sono tre modi fondamentali per accostarvi al risveglio della kundalini:

- Un modo è la totale concentrazione della mente e samhadi. Quando sedete in meditazione nessun pensiero, nessun pensiero, nessun pensiero: completo vuoto mentale.

- Il secondo sistema fondamentale consiste in: devozione, emozione, fede, credo. Il che vuol dire che anche se non siete in grado di concentrare totalmente la vostra mente, se avete fede, credo, devozione ed emozione, potrete risvegliare la kundalimi. Allora, questa fede, emozione e devozione vi lasciano in stato di trance.

- E il terzo avviamento fondamentale è il mantra. Non è necessaria alcuna fede, non è essenziale alcuna devozione e non è neppure necessario concentrare la mente: ripetete il mantra migliaia e migliaia di volte e questo produrrà il risveglio.


Questi sono i tre approcci fondamentali. Ci sono più approcci: perchè sono necessari gli approcci?

Ci sono persone che non sono in grado di concentrarsi, realmente. E più tentano di concentrarsi, più si distraggono; oppure se tentano di concentrarsi, sviluppano nella mente ogni tipo di sintomi particolari. Sì, c'è al mondo questo tipo di persone: non possono concentrarsi. Allora non c'è nessuna via per loro? Poi ci sono persone che non hanno alcuna devozione, nessuna fede, nessun credo, mettono tutto in discussione, non credono in nulla, sono troppo intellettuali, troppo aridi, troppo logici. C'è una via per loro o nessuna?
Per queste persone il mantra è la via. Perchè col mantra non è necessario concentrare la mente. Quando avete tempo, che sia di mattina o di sera o di giorno, allora praticate il vostro mantra. E mentre ripetete il mantra, forse la vostra mente sta vagando, forse fate castelli in aria, forse la vostra mente corre qua e là come un cane impazzito, no, come una scimmia. La scimmia è irrequieta per natura, ma se voi le date una bottiglia di whisky, potete immaginare quanto più irrequieta diventerà. E se in quel momento la punge uno scorpione, Dio mio!
Noi abbiamo questo genere di mente nella nostra società. Per questo il mantra dovrebbe essere praticato a voce alta, nello stesso modo in cui la sera passata abbiamo recitato il mantra Om.


Il mantra può essere praticato a voce alta, così come può essere praticato a fior di labbra; il mantra può essere praticato mentalmente e può essere praticato spontaneamente. Praticare il mantra spontaneamente vuol dire praticarlo col vostro naturale ritmo del respiro.

Ci sono cinque modi di praticare il mantra:

- Uno: il metodo elementare è praticare il mantra a voce alta, Om Om Om ... ... Questo è il metodo elementare.

- Il secondo è a fior di labbra.

- Il terzo è mentalmente: chiudete le labbra e lo praticate nella vostra mente.

- E il quarto sistema è: concentrati sulla punta del naso, divenite consapevoli del respiro che entra e che esce; seguite il respiro naturale: io sto inspirando, io sto espirando; di questo dovete divenire consapevoli e poi sincronizzate il vostro mantra con l'inspirazione e con l'espirazione.

- Il quinto modo è scriverlo chiaramente, lentamente, e con caratteri molto piccoli sul diario o sull'agenda, ogni giorno.


I primi tre tipi di ripetizione del mantra dovrebbero essere praticati con il mala. Il mala va tenuto in mano e ogni grano è un mantra e quando ripetete un mantra spostate un grano. Dunque i primi tre tipi di ripetizione dei mantra dovrebbero essere praticati col mala perchè la mente è molto astuta; se non usate il mala, succede che la mente scivola, vi sedete per il mantra e poco dopo vi porta via in qualche posto, vi rapisce. E soltanto dopo mezz'ora o un'ora voi realizzate che siete stati rapiti. Così il mala vi sveglia ogni volta che arrivate all'ultimo punto e si verifica un ritorno della consapevolezza.

Ríassumendo abbiamo tre tipi di ripetizione del mantra con il mala, il quarto tipo di ripetizione é col respiro e il quinto sull'agenda. Il mantra è un simbolo personale. E diventa l'oggetto cristallizzato della vostra consapevolezza.


Sapete cos'è la cristallizzazione? Mettete un cristallo o di zucchero o sale in soluzione d'acqua e tutto lo zucchero o il sale si separerà dall'acqua e andrà gradualmente a riunirsi e cristallizzarsi. Il mantra è l'oggetto, il mantra è il simbolo per la cristallizzazione del processo mentale nella sua totalità. Quando siete consapevoli degli oggetti dei vostri sensi, voi siete nello stesso modo consapevoli del mantra. Ma quando trascendete la coscienza sensoriale ed entrate nel piano subconscio, anche il mantra si sposta con voi. Attraverso la pratica costante del mantra, voi potrete sentire che perfino nel sogno praticate il mantra, che perfino nel sonno profondo praticate il mantra. Ora, finchè si tratta della pratica del mantra col mala, molti la conoscono, ma come praticare il mantra sul respiro? Sedete in siddhasana o nella posizione del loto, fate in modo che il vostro corpo stia con la colonna vertebrale diritta, concentratevi sulla punta del naso e sentite il respiro che va dentro e viene fuori.


Questo è un respiro molto naturale: siete costretti a respirare, giorno e notte, tutte le 24 ore; voi respirate 21.600 volte al giorno, ma non siete mai consapevoli di questo. Ora, se divenite consapevoli del respiro ed integrate il mantra con il respiro, allora nel corso dei tempo voi potrete ripetere senza rendervene conto 21.600 mantra al giorno.

Il che vuol dire che consciamente, subconsciamente ed inconsciamente, durante il giorno e durante la notte, voi ripetete il mantra perchè vi siete alienati sul respiro. Non è necessario allora per voi concentrare la mente; perfino se la mente è distratta non ha importanza; perfino se la mente è preoccupata, non è importante; neppure se la mente è depressa è importante e perfino se state pensando ai vostri problemi, ai vostri affari e al lavoro e alla famiglia non ha importanza, perchè state praticando il mantra con il respiro e avete allenato la vostra mente a muoversi col respiro.


Ora immaginate: per 21.600 volte, con ogni singolo respiro voi ripetete il mantra; qualche volta siete consapevoli, qualche volta no: il vostro respiro è OM, il vostro respiro è OM .. . e questa è una grande trasformazione e dal momento che siete intelligenti, voi capite che il respiro non va sprecato. Vi devo però dire, come amico, che il sentiero del mantra costituisce un lungo cammino, richiede tempo; non è il cammino più breve ma non è una via noiosa e neppure una via pericolosa: è invece la più facile e la più sicura e anche la più economica! La più economica nel senso che non richiede concentrazione: perchè la concentrazione è una cosa molto "costosa", non credo che tutti possano averla. Noi non possiamo avere un jumbo jet, vedete, non abbiamo il denaro per questo, così come non abbiamo la concentrazione, non abbiamo per essa una tendenza naturale.

Ogni volta che cercate di concentrarvi, qualcuno vi dà un "bang": vostro marito o vostra moglie o un vostro amico.


La concentrazione è molto costosa e solo pochissime persone l'hanno raggiunta e quand'anche voi cercaste di arrivare alla concentrazione, qualcuno ve la porterebbe via. La via del mantra, invece, è la più economica: la può seguire anche il più povero dei poveri - non sto parlando di povertà economica - sto parlando di povertà mentale.

Noi siamo mentalmente poveri: ci arrabbiamo, ci preoccupiamo, diventiamo nervosi, ci deprimiamo, siamo così infelici e possiamo essere così felici con metodi così facili. Voi sapete quanto siamo poveri? Talvolta siamo preoccupati, non possiamo dormire di notte: vorremmo dormire, ma non riusciamo. Questo perchè siamo poveri ed è per questi poveri individui che siamo che suggerisco questo sistema economicissimo. Dunque questo mantra è, come ho detto, il vostro simbolo personale e, una volta stabilito il vostro mantra, non cambiatelo, vi prego.

Non potete divorziare dal mantra come potreste divorziare da un marito o da una moglie. Pensateci molto bene e decidetelo, perchè il vostro mantra sta per diventare il compagno fedele della vostra vita. Voi avete bisogno di un compagno, non è così? Tutti hanno bisogno di un compagno fedele. E chi può essere per voi un compagno più grande del vostro mantra?

Ovunque andiate il mantra è con voi: non potete mai sentirvi soli; non potete sentirvi depressi e non potete mai sentirvi senza amici: potete destare questa consapevolezza del mantra sempre, in ogni momento del giorno e della notte.


Il potere del mantra purifica il corpo, purifica il prana, purifica tutta la mente e, infine, desta la kundalini in ogni chakra: non solo in muladhara, ma in ogni chakra. Se vi concentrate sul centro tra le sopracciglia si risveglierà ajna chakra, se vi concentrate sul "centro" dei cuore, si risveglierà anahata chakra, se vi concentrate sull'ombelico, si risveglierà manipura chakra. Con la pratica di questo mantra, a poco a poco la mente comincerà a vibrare, ad emanare energia. Proprio come una lampadina elettrica emette radiazioni, un calorifero emette radiazioni, così la mente è in grado di emanare pace e tranquillità, armonia ed equilibrio.

La mente, come sapete, è una sostanza senza forma e questa mente è impura e così mescolata a tante impressioni e samskara; e questa mente possiede una quantità di forme al suo interno, che sono conosciute come archetipi - capite gli archetipi - sono milioni, bilioni e trilioni dentro di voi e nell'essere umano questi archetipi costituiscono la base di ogni conoscenza. Vi sto parlando e voi ascoltate, contemporaneamente sto pensando e voi pensate e si crea un processo di comprensione. Questo non è un processo intellettuale: questo processo si crea attraverso archetipi nel vostro cervello e nel mio. La coscienza nell'uomo ha al suo interno - vi prego ascoltate con attenzione - la coscienza nell'uomo ha al suo interno infinite immagini e queste immagini si trovano a grande profondità nel nostro spirito e vi dico che non potete mai vederle. Ogni tanto sì. Ogni tanto arrivano in sogno. Qualche volta, quando è avvenuta in famiglia una grave tragedia, esse vengono un po' alla superficie, ma per noi è importante saper manovrare questi milioni di archetipi. Ci sono molti modi per conoscere questi milioni di archetipi, ma il mezzo più sicuro è il mantra.


Un'improvvisa esplosione di archetipi può portarvi alla follia: voi cogliete così tante immagini e così tanti suoni che non sapete più cosa vi sta succedendo e quindi essi vanno saggiamente tenuti sotto controllo col mantra. Perfino quelli che hanno disturbi mentali, praticando il mantra, possono mettere ordine nell'anarchia degli archetipi. Dunque ora capite quanto è importante il mantra per l'evoluzione della kundalini. E vi prego di ricordare una cosa: noi siamo dei semplicissimi essere umani e non è per noi possibile accettare una via difficile e non è per noi possibile vivere una vita da perfetti puritani: siamo esseri umani con una mente irrequieta, siamo esseri umani orgogliosi e pieni di preconcetti, siamo persone portate per natura ad amare, odiare e abbiamo desideri, passioni, aspirazioni, frustrazioni, paure e insicurezze. Questa è la realtà che dobbiamo accettare di noi stessi: non siamo persone speciali; vi dico con sicurezza: noi non siamo persone speciali, siamo gente che vive con la mente, con i sensi, con il corpo e perciò il metodo che dobbiamo scegliere per svegliare in noi la kundalini dovrebbe essere proporzionato alle nostre possibillità. Non potete dare la vostra macchina a un bambinetto: provocherebbe un incidente; e così posso dirvi che non potete concentrare la vostra mente: è impossibile!


E non possono chiedervi di diventare puritani: so che non potete: avete il vostro personale modo di vivere, il vostro modo particolare di nutrirvi e un modo personale di pensare: non posso fare di voi dei preti, e anche io non posso pensare come un prete, non sono di sicuro un prete! Io credo che sveglierò la mia kundalini secondo le mie possibilità.


Allora è chiaro adesso il punto? Un mantra, un mala, un centro: è tutto. Credo che sia tutto. Ancora una cosa: qualcuno che vi dica qual'è il vostro mantra. Questa è la prima cosa. Dunque la prima cosa è qualcuno che vi dica qual'è il vostro mantra. Tale persona è detta Guru. Il Guru non è un ipnotizzatore, non è un coccodrillo che deve solo privarvi della mente. Guru è colui che vi inizia al mantra. E allora: il Guru per prima cosa, poi il mantra, il mala e il centro. Queste sono le quattro cose che ognuno dovrebbe avere. Voi avete una automobile o una moto o una bicicletta che guidate, un lavoro, degli interessi, una moglie o un marito; avete un padre e una madre, figli o figlie; avete tutto questo; avete bisogno di tutto questo. Sì. Abbiamo bisogno di questo. Ma oltre a tutto questo, abbiate un Guru, perchè ora voi sentite di averne bisogno, e poi un mala, un mantra; e la quarta cosa? Un chakra, un centro: con queste quattro cose voi andate molto velocemente nella vostra vita senza disturbare i modelli della vostra vita. Per risvegliare la kundalini non dovete cambiare il vostro modo di vivere, il vostro credo religioso, il vostro nome, la vostra fede, vostra moglie o vostro marito. Non dovete cambiare nulla.


Alle vostre abitudini di vita aggiungetene un'altra: se potete praticarla di mattina, molto bene, altrimenti la sera.

Altro punto importante: praticare il mantra non è limitante, da nessun punto di vista. Alcuni credono che per praticare il mantra si debba essere puri negli atti, negli scopi, nella vita. Dovete essere quello che siete. E potete praticare il mantra nella posizione del loto, in siddasana, in qualsiasi posizione vi piaccia. Se siete malati potete praticarlo perfino a letto. Potete praticarlo prima di mangiare e dopo mangiato, sia l'una che l'altra cosa. Nessuna restrizione, poi, nei riguardi della dieta.

E penso che per questa volta sia sufficiente sul mantra come sistema per risvegliare la kundalini.


Swami Satyananda Paramahansa


Freeflow@
00martedì 23 settembre 2008 19:35
Il potere della forma e del suono
Alcune forme e certi suoni hanno dei poteri arcani che percepiamo a livello sottile senza tuttavia comprenderne l'essenza.

Le persone che visitano i luoghi dove sono appena apparsi i "Crop Circles", per esempio, subiscono tutte un tale cambiamento a livello emotivo, da trasformarsi irreversibilmente in creature molto sensibili verso ogni aspetto che possa implicare la Natura e la Madre Terra.
Chi ascolta i Mantra o certi brani di musica da meditazione, invece, avverte un senso di pace assoluta che gli permette di distaccarsi da ogni pensiero.
Entrambi i casi appena descritti rappresentano alcuni aspetti in cui l'effetto di guarigione spirituale si manifesta attraverso una particolare forma o suono.
Le antiche culture usavano spesso i suoni e le forme geometriche per guarire e allungare la vita. Alcune di queste pratiche sono sopravvivono ancora presso gli sciamani.

Se per i suoni il concetto di guarigione è più semplice, per le forme bisogna pensare ad alcuni oggetti misteriosi disegnati ricorrentemente negli affreschi e nei papiri egiziani, come l'Ankh, lo Djed, l'Udjat e altri ancora, in grado, almeno apparentemente, di dare - o ridare - la vita, o di garantire una protezione contro il Male e le malattie.Per non parlare della Piramide, la cui forma di per se stessa è sempre stata legata ad un inimmaginabile potere esoterico.
Oggi alcuni scienziati "di frontiera" stanno facendo passi in avanti nel tentativo di scoprire le forze liberate dai suoni e dalle forme, nel tentativo di ritrovare la perduta saggezza degli antichi.
Due ricercatori americani stanno studiando da qualche anno le "chiavi" segrete delle frequenze e delle forme che - se fossero decodificate - potrebbero cambiare le energie sottili in forze tangibili da sfruttare nel nostro mondo fisico; si tratta di Dan A. Davidson e Joe Parr.
Il primo è un fisico che disegna sistemi supercomputerizzati per processare segnali e onde di frequenza. Il secondo è un ingegnere nell'industria acustica con una malattia genetica debilitante.
Verso la metà degli anni '80, mentre stava ritornando negli USA dopo un viaggio d'affari in Medioriente, Parr si fermò al Cairo e passò una giornata in cima alla Grande Piramide e un'altra all'interno della Camera del Re. Dopo essere tornato a casa, la sua malattia iniziò incredibilmente una regressione che durò per diversi anni, durante i quali Parr prese a interessarsi sempre più alle energie della piramide, responsabili del suo inspiegabile miglioramento.

Nel libro "Shape Power", frutto di 35 anni di ricerche (1), Davidson ha analizzato le misteriose energie della piramide, la forza eterica di John Worrel Keely, il DOR (2), l'energia diamagnetica di Schauberger, il Zokwendle (3) di Viktor Schaubergers e molte altre ancora, dimostrando come forme e materiali interagiscano con l'etere universale in modo da trasformarlo in energie di altro tipo: elettromagnetico, gravitazionale e di guarigione. Ha espresso la speranza che la conoscenza di quanto le forme possano manipolare l'energia, possa aiutare "tutti, da inventori, artisti e architetti fino ad ognuno di noi a diventare esseri creativi", così da poter creare un mondo pieno di forme e di disegni elevanti e nobilitanti.
Secondo le sue scoperte, perfino le linee bidimensionali disegnate su un pezzo di carta possono influire sull'ambiente locale!
"Quando i processi saranno capiti completamente, il potere delle forme potrà avere usi pratici", ha osservato Jerry Decker nella prefazione di "Shape Power", suggerendo anche una serie di applicazioni pratiche tra cui:
disegni "accordati" (come amuleti o talismani) da usarsi sul corpo per reindirizzare l'energia ambientale come protezione dal male o per attrarre energie benefiche;
allunga-vita per macchinari, per mezzo di un disegno in grado di filtrare e cancellare campi nocivi provenienti da quelle persone che inconsapevolmente causano il malfunzionamento di un'apparecchiatura;
disegni progettati sia bi-dimensionalmente che tri-dimensionalmente da usare nella medicina energetica anti-droga;
geometrie o disegni che aiutino a spostare l'energia in eccesso in un generatore di energia elettrica, per trasformarlo in una macchina in grado di espellere, oltre che ricevere;
cambiare il peso o altre caratteristiche della materia, controllando il flusso dell'etere all'interno della materia stessa.
Il termine "etere" è stato riportato in vita dagli scienziati "di frontiera" i quali sostengono che lo spazio non è vuoto ma, anzi, è spumeggiante "invisibilmente" d'energia. I fisici la chiamano energia "Zero Point" (4), per il motivo che causa movimento submolecolare anche a zero gradi Kelvin.
Prima del libro di Davidson, il Dr. Patrick Flanagan aveva già pubblicato "Pyramid Power" in cui venivano analizzati i possibili poteri derivati sia dall'antico manufatto egiziano, sia dalla forma piramidale per se stessa. E un altro libro che merita senz'altro d'essere menzionato, perché parla del potere delle forme e delle energie sottili - e di come possano essere influenzate e dirette per mezzo della natura (5) "sistemando oggetti di varie forme e colori in diverse configurazioni, per mezzo del suono e per mezzo della mente umana" - è "Science and Human Transformation", dell'emerito prof. William Tiller, Ph.D. alla Stanford University.
Una serie di altri libri "cambia-paradigma" su questo argomento sono stati pubblicati anche in seguito, come "Zero Balancing" di John Hamwee, "Point Zero" di Michele Cassou e molti altri tra cui vorrei segnalarne in modo particolare due tra i pochi disponibili in italiano: "Il campo del Punto Zero" di L. McTaggart e "Il sepolcro degli ultimi dèi" di Andrew Collins.

LA CENTRIFUGA DI PARR E DAVIDSON
Durante un'intervista a casa sua, in Arizona, Davidson fece vedere ai giornalisti un apparecchio posto sopra una bilancia, sul quale girava una ruota, tra due autoparlanti che emettevano un tono piuttosto basso. L'ago della bilancia digitale restava costantemente verso il segno meno e mentre passavano diversi minuti uno dei giornalisti cominciò a rendersi conto di quanto stava testimoniando: si trattava di "anti-gravità"!
Girandosi a guardare il suo ospite, si rese conto che era eccitatissimo: "Sì. La cosa che si sta sollevando è quella piccola ruota".
Puntò al disco rotante: "Se avessimo qui delle piramidi tridimensionali come nella 'Joe's centrifuge' (6), ci ridurrebbero quella stanza in pezzi".
In effetti, stava ottenendo un "momentum" (prodotto della massa per la velocità di un oggetto) centinaia di migliaia di volte maggiore.
Diversamente da quanto pubblicizzato da vari esperimenti di laboratorio che utilizzano materiali speciali e costosi per perdere una percentuale di peso, l'esperimento aveva funzionato con materiali semplici e in grado di dare un risultato molto più drammatico, in quanto potevano aumentare o diminuire il loro normale peso "temporaneamente".
"In certi casi ho visto oltre l'800% di variazione di peso", disse calmo Dan.
L'ingrediente attivo, la ruota, pesa solo undici grammi. È contornata da triangoli ognuno dei quali ha la stessa forma e misura in scala di una faccia della Grande Piramide.
Un'altra connessione con "quella" piramide è che le frequenze provenienti dagli autoparlanti sono derivate dalla conoscenza della sua Camera del Re...
Parr ha programmato un software in grado di accordare le frequenze risonanti di una stanza, nel quale è stato ispirato a introdurre i valori della Camera dei re della Grande Piramide. Con questo programma, il computer ha calcolato le frequenze con cui lui e Davidson avrebbero sperimentato.

SCIENZA ALLA STARGATE?
C'è da chiedersi se il film "Stargate" fosse mera fantasia del mondo della celluloide o se in realtà non abbia colpito qualche accordo che ha risuonato nel subconscio di massa.
Nella trama di "Stargate" gli archeologi scavano a Giza un antichissimo anello di pietra, e molto più tardi dei tecnici scoprono che l'anello, attivando determinati simboli, diventa una porta per viaggiare nel Cosmo a velocità superiore a quella della luce. I viaggiatori, nel film, vengono risucchiati in maniera supersonica attraverso un condotto energetico esistente tra la Terra e un pianeta di un'altra galassia.
A quanto pare, anche Davidson e Parr devono essersi chiesti se il film in questione non proponga un'idea realizzabile, dato che i loro risultati sperimentali puntano proprio verso questo tipo di scienza...
Quando Davidson dichiara: "Crediamo di avere l'inventore embrionale per costruire uno Stargate", non è per pronunciare una frase "a effetto", ma per mostrare il suo "inventore" a un giornalista. Si tratta di una ruota con 24 denti - triangoli in rame - da entrambi i lati; intorno, dodici coppie di magneti con i poli alternati. Appena un motore fa girare la ruota, un tangibile campo di forza si forma attorno alla ruota... e il "testimone" avverte il formicolio del campo energetico sulle sue mani...
La ruota è sistemata su una bilancia digitale precisa a un decimo di grammo e tutto l'apparato si trova su un piano isolato. Si connette ad un'attrezzatura collegata ad un registratore che segna il numero delle pulsazioni stabili contro quelle instabili. Il segnale s'interrompe in presenza di un impulso il cui scatto è superiore a cinque grammi.
"Certe volte dell'anno questo 'coso' inizia ad andare per i fatti suoi in modo anti-gravitazionale. E questo corrisponde in tutto e per tutto ad esperimenti identici, fatti da Joe Parr in California, ad eccezione dell'ora del giorno, in quanto siamo distanti mille miglia. Astronomicamente, però, succedono alla stessa ora."
Quando la Terra si è trovata ad un certo punto della sua orbita intorno al Sole, il registratore del grafico ha registrato qualcosa come 20.000 conteggi in dodici ore.
Parr e Davidson formulano una teoria che la Terra, o il nostro Sole, abbiano canali energetici che vadano verso certi sistemi stellari ai quali sembriamo essere connessi "e quando questo esperimento passa attraverso uno di quei condotti, tenta di scendere giù per il condotto"...

Una curiosità: Davidson tenne la sua prima reazione sull'antigravità molti anni fa, verso la metà di Dicembre, proprio nel momento in cui la Terra si trova a fianco del Sole e delle tre stelle della Cintura di Orione. Toro e Orione, situate nella stessa parte del cielo, sono le due principali costellazioni in riferimento all'allineamento della Grande Piramide. I massimi effetti antigravitazionali nell'esperimento di Davidson si sono manifestati in certi giorni: quando l'asse della Ruota Gravitazionale si trovava a fianco del Sole e Iota Orionis, all'alba e al tramonto.
Sembra esserci un enorme condotto di energia - tra il nostro Sole e la Costellazione di Orione - che stimola il campo di forza gravitazionale della Ruota ad avvicinarsi a tutte le forze gravitazionali locali e conosciute (elettromagnetica, inerte e radioattività) e allora l'intero esperimento della Ruota Gravitazionale tenta di "sollevarsi" verso Orione... ecco perché l'esperimento di Davidson perde peso.
Avendo lavorato su molti radar, sonar e sistemi laser, le scoperte di Davidson indicano che i segnali sulla sua attrezzatura - quando passando attraverso un "condotto" - sono del tutto simili alle onde radar.
Con gli esperimenti di Parr-Davidson, un apparato fisico sembra ora aver scoperto tale strada "pubblica" interstellare, a conferma di uno dei primi autori di libri sui dischi volanti, il quale scriveva d'aver intervistato degli esseri venuti sulla Terra a bordo di astronavi, che gli avevano detto di usare le correnti di energia esistenti tra il nostro Sole e gli altri sistemi stellari, per viaggiare su quelle correnti a velocità molto superiore a quella della luce...
Perché mai una forma piramidale coperta di rame, delle frequenze e dei magneti, spingerebbero un apparato in corrispondenza di un condotto "impercettibile"?
La risposta coinvolge quell'energia sottile o "chi" menzionata dal professor Tiller, e benché ci siano innumerevoli nomi per definire l'energia invisibile che riempie lo spazio, Davidson usa il vecchio nome di "etere". E sarà proprio quest'uso a tenere i risultati dei suoi esperimenti fuori dai giornali della fisica standard, dove la gravità è vista come una forza a sé stante e di certo non relativa all'etere, come Davidson crede invece che sia.
Si dice che il concetto di etere sia stato seppellito nel XX secolo per via dei risultati degli esperimenti di Michelson-Morley, anche se più tardi altri esperimenti meno pubblicizzati fecero apparire gli esperimenti di Michelson-Morley obsoleti.
Alexis Guy Obolensky, di New York, fece un quadro tecnico sul tema, al Simposio Internazionale di Tesla del 1988. "L'esperimento sul quale Einstein ha basato il suo postulato era... difettoso", dichiarò Obolensky. E assordò il pubblico misurando dei segnali di onde più veloci della velocità della luce con un apparato che aveva appena costruito.
Oggi la comunità della Nuova Scienza sta producendo fiumi di scritti e apparecchiature a proposito dell'etere come fonte di energia.

ANTICA CONOSCENZA
Quale speciale conoscenza possedevano gli antichi sul potere delle frequenze o delle forme?
Alcune leggende raccontano che il dio egizio Thot era custode delle "Parole del Potere", parole magiche in grado di produrre risultati specifici, come quando Iside salvò la vita di suo figlio Horus (dopo che il piccolo era stato punto da uno scorpione), usando una "Parola del Potere".
Le "Parole del Potere" producevano dunque un disegno tridimensionale che avrebbe risuonato armonicamente con l'etere producendo l'effetto desiderato: la realtà in questione o "energia".
Più vicino ai nostri tempi, il ricercatore di Cymatics (7) Ernst Chaldni fece vibrare dei piatti di risonanza e provocò onde sonore tali, da apparire come fossero disegnate sui piatti.
Lo svizzero Hans Jenny espanse immagini bidimensionali in bellissime forme 3-D in grado di mostrare la forma semplice o complessa delle onde sonore.
John Worrel Keely usava quel tipo di piatti di risonanza come una primitiva ma ancor più avanzata forma di oscilloscopio, che gli permetteva non solo di vedere le onde, ma addirittura come esse interagivano l'un l'altra.
Il principio del piatto di risonanza era alla base di uno speciale microscopio a ultravioletti che permise a Keely di veder vibrare gli atomi.
A distanza di un secolo, la scienza non è ancora in grado di replicare le scoperte e le invenzioni di Keely, che preferì morire in miseria e dimenticato dal mondo, piuttosto di rivelare ai suoi contemporanei come riuscisse a liberare e sfruttare la misteriosa e potente energia presente in ogni elemento, visibile e invisibile, del Cosmo...

Certe geometrie vengono usate negli anelli protettivi degli antichi cerimoniali magici e per fare amuleti, talismani o mandala. Specifici suoni-mantra e canti erano spesso usati insieme a queste forme.
L'ingegnere cèco Robert Pavlita costruì dei "generatori psicotronici" che assomigliano a sculture artistiche moderne di metallo, legno e perfino carta. Gli scienziati occidentali che visitarono Pavlita ed esaminarono i suoi generatori, oltre a non aver potuto scoprire alcun tipo di frode (di cui inizialmente erano certi), affermarono che i vari generatori possono creare movimento meccanico, acqua purificata, e attirare particelle magnetiche e non-magnetiche, perfino sott'acqua!
Pavlita aveva sempre studiato e sperimentato ogni genere di energia, ma fu dopo essere stato in Egitto, che iniziò a investigare certe tecnologie misteriose che era certo d'aver intuito da una serie di bassorilievi e affreschi dell'antico Egitto.
Era convinto che la mente fosse in grado di agire sulla materia e lo dimostrò con una serie di esperimenti che strabiliarono i fisici dell'Università di Hradec Kralové, vicino a Praga. Facendosi aiutare dagli scienziati del laboratorio, un giorno costruì con del rame un oggetto a forma di T e lo mise sopra un condotto collegato a un motore elettrico. Appena fu acceso, questo iniziò a girare velocemente col piccolo T metallico sopra che, ovviamente, girava anch'esso. Dopo qualche minuto, Pavlita si allontanò di qualche metri dall'apparecchio e prese a fissarlo intensamente, facendo prima rallentare e poi arrestare, il suo T metallico, anche se la parte su cui era appoggiato... continuava a girare come prima. Davanti agli scienziati che lo stavano filmando, il pezzo di rame ricominciò poi a girare nel verso opposto, contro ogni legge fisica.
E dal momento che le invenzioni di Pavlita, senza l'energia della sua psiche, non funzionavano, si pensò che si trattasse esclusivamente di fenomeni psicocinetici dovuti a qualche suo potere mentale.
Oggi, secondo me, possiamo collegare il potere della mente di Pavlita alla "vibrazione simpatica" individuata da John Worrel Keely e alle onde celebrali che si formano durante la meditazione o altri stati particolari di coscienza alterata... o che si possono "accordare", conoscendo l'ottava musicale necessaria (la conoscenza di questa "armonia" era la vera "specialità" di Keely).

Lo scienziato Thomas Galen Hieronymous, nel 1949 brevettò negli USA un apparecchio elettrico per trovare i metalli. Non poté esser mai messo in commercio, perché funzionava "quando voleva", o meglio "secondo chi lo usava"; a volte poteva decidere anche di non funzionare affatto. Lo scrittore americano John W. Campbell Jr. che lo stava studiando perché ne era incuriosito, si accorse per caso che poteva funzionare anche senza elettricità. Hieronimus stabilì così che lo strumento da lui inventato rilevava e sfruttava un'energia sconosciuta, che chiamò "Radiazione Eloptica".
Nel 1957 l'ingegner Harry Stine costruì a sua volta una versione di questo apparecchio, sperimentando tutta una serie di materiali compresa la plastica. Alcuni elementi - come lo schema del circuito elettrico e le batterie - erano simbolici: si trattava praticamente di forme e disegni realizzati e poi inchiostrati su un foglio bianco. Dopo aver utilizzato la sua invenzione per anni, questa smise di funzionare... sembrava a Stine "come se avesse le batterie scariche"...
Fu questa impressione a spingerlo a fare una prova: reinchiostrò, sul diagramma, le "batterie" consumate, e l'apparecchio riprese a funzionare come prima...

Siamo davanti a molte realtà che ci sfuggono, a misteri che ci intrigano e a speculazioni quantiche. Forme e suoni in grado di produrre effetti portentosi. È dunque Magia?
"In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio." (Giov. 1,1) In questa frase si vuol intendere che il Verbo è il suono primordiale che scaturisce generando l'intero Universo manifesto.
Nella dottrina induista esiste un Mantra fondamentale, l'OM, che corrisponde al "Verbo" e che, di conseguenza, è all'origine di tutto. Il Mantra OM è anche la fonte di tutti gli altri Mantra.
Secondo la filosofia Indù tutte le cose, le idee e le entità hanno un nome e una forma di qualche tipo, sia nell'esistenza che nel Cosmo. I Mantra sono dunque dei suoni archetipi.
Il nome-forma del suono-vibrazione primordiale OM corrisponde alla realtà immanifesta, prima manifestazione di Brahman...
È strano: la forma della sacra sillaba OM, in lingua Tamil assomiglia alla testa di Ganesh, una delle principali divinità Indù (dalla testa di elefante con una sola zanna)...
Ganesh viene chiamato anche anche "Omkara", ovvero "avente la forma della OM".



Il potere delle forme e dei suoni, dunque, non è solo qualcosa di misterioso legato a Leggi fisiche che non abbiamo ancora ri-scoperto (gli antichi le conoscevano), ma è legato anche alla Magia, al Libro della Vita conservato nel Regno di Akasha e alla Religione Universale (che comprende i semi di ogni rivelazione, compresa la Gnosi e quella che attualmente viene definita "Mitologia").
Il Cosmo non è mai stato nel Caos, perché è regolato dalle Armonie scoperte (o forse ri-scoperte) da Keely, in grado di "materializzare", quindi "creare".
E questa meraviglia quantica, di cui fanno parte le stringhe e le superstringhe, gli Universi paralleli e qualunque cosa visibile e non visibile... è manifestazione di Dio.

Note:
1. In precedenza aveva già iniziato ad esporre le sue ricerche nel libro "Breakthrough to New Free Energy Devices".
2. Acronimo di Wilhelm Reich per Deadly Orgone Energy - energia orgonica morta o disorganizzante.
3. Chiamato anche "Repulsine" o motore per UFO.
4. ZPE, acronimo di Zero Point Energy.
5. L'autore di questo libro tratta anche il potere del Seng Shui.
6. Soprannome in gergo di una micidiale arma nucleare americana.
7. Cymatics è il nome dato agli studi sperimentali che investigano sui molteplici fenomeni legati alle onde sonore.
www.edicolaweb.net/icone20a.htm
Freeflow@
00martedì 23 settembre 2008 19:39
Musica indiana e mantra
La musica indiana che proponiamo è un buon esempio di sintesi tra aspetti maschili a femminili, modello di integrazione nell'ascolto delle diverse parti del Sè. Essa fa parte del repertorio sacro ed è costituita da produzioni rituali avvallate da un'antichissima tradizione.
Tali musiche sono caratterizzate da una struttura che concilia la meditazione, proponendo l'ascolto di ciò che è al limite tra l'oggettivo e l'immaginario. Per cui essa ben si addice per un uso riflessivo sui rapporti tra mente e corpo, tanto che essa può essere usata in chiave di riabilitazione verbale, e in chiave psicologica.

Quando il flusso dinamico delle emozioni appare bloccato, o quando il linguaggio corporeo o verbale hanno perso la loro funzione di comunicare i percetti emotivi, la musica sacra indiana diventa un potente strumento atto a riorganizzare le potenzialità dell'Io, nella sua continua relazione col mondo inconscio e col mondo reale.
La musica indiana attiva un sistema di amplificazione, che permette di ascoltare in proprio mondo interno e la propria voce che racchiude la propria identità. Si procede ad ascoltare il proprio Sè, attraverso il suono, che attiva processi di bio-feedback, mediante l'utilizzo di principi che sono alla base del Mantra e dei canti di origine tibetana.
Nel Mantra si cerca l'unità tra Spirito-Suono; ogni suono ed ogni fonema non è solo il prodotto del funzionamento meccanicistico dell'apparato linguistico, ma è qualcosa di elevato che libera l'uomo da ogni esteriorizzazione. Nel mantra si cerca la purezza e la catarsi mediante il potente strumento del linguaggio. Attraverso questa tecnica, il suono linguistico si arricchisce e si esce dai rigidi schemi occidentali.
Le vibrazioni sonore prodotte dai mantra riorganizzano le parole del soggetto e lo mettono in un armonico contatto con se stesso e in relazione agli altri. Il suo linguaggio si armonizza, si modula e si potenzia. Le vibrazioni si ripercuotono su tutto il corpo: anche quest'ultimo impara ad esprimersi e a sciogliersi.


La regola è sola una: lasciarsi andare al dolce andamento del ritmo sonoro. Il canto che si ritrova in queste musiche, sollecita la respirazione a vari livelli: addominale, toracica, clavicolare. Abbiamo la presa di coscienza del respiro in armonia con le vibrazioni sonore. Un suono liberato produce delle onde che acquietano le emozioni e rieducano la persona a sentirsi padrone del proprio mondo interno.

L'uso del canto fa percepire il senso dell'Unità e della Potenza Linguistica. Vocali e consonati sono l'espressione dell'anima e non frammenti sonori di un corpo che non risponde al comando. Tutto il corpo, e non solo il linguaggio, deve vibrare e risuonare musicalmente, per ottenere una buona plasticità dello schema corporeo. Il corpo, mediante l'utilizzo della musica, vive, pensa e si distende.
Le musiche proposte sono accompagnate dai suoni prodotti inizialmente dalla sola tampura. Il suono della tampura viene prodotto da quattro corde pizzicate che determinano una melodia continua senza interruzioni. Nella meditazione indiana, il suono della tampura viene usato come accompagnamento dei diversi sottosuoni gutturali (overtons), che vengono prodotti dalla voce umana.
Inoltre la tampura è lo strumento per eccellenza che viene suonato nel cosiddetto canto carnatico, un canto spirituale avente anche la funzione di favorire il parto nella donna. Nel cosiddetto Raga Indiano, la tampura è uno strumento che per le sue qualità timbriche e melodiche, e per la sua conformità, viene suonato esclusivamente dalle donne.
E' uno strumento tipicamente femminile il quale entra in risonanza con l'identità femminile. La tampura non è uno strumento complesso, è costituita da una grande cassa di risonanza, la quale altro non è che una grossa zucca essiccata. Ha un manico largo, il quale è attraversato nella parte superiore da quattro corde. Per suonare questo grosso strumento, la donna si siede e, incrociando le gambe, pone la cassa armonica a contatto con la zona addominale.
Nel raga indiano, le donne iniziano a far vibrare le corde della tampura e solo quando le onde melodiche dello strumento hanno raggiunto la purezza timbrica e un'ampia frequenza, i maschi inizieranno a suonare il Sitar.
Con la tampura, raggiungendo una determinata frequenza sonora, il corno entra in risonanza che a sua volta vi risponde riproducendo la stessa frequenza. Ogni parte del corpo contratta, si decontrae e tutte le funzioni correlate al linguaggio e al corpo, come il ritmo del cuore, del respiro, e del diaframma, riacquistano la loro coordinazione.
Il suono emesso dalla tampura è così ampio da coprire tutti gli spettri frequenziali. Ciò significa che qualsiasi voce umana, anche stonata, può intonare le note della tampura. Le frequenze delle note coprono tutte le tonalità, dagli alti ai bassi.
La tampura è uno strumento sacro molto antico, risalente a tre o quattro mila anni fa. In piccole miniature di quell'epoca, la dea Saraswati, divinità ispiratrice del canto devozionale, veniva rappresentata con in mano una tampura. Questo strumento nel raga indiano rappresenta l'elemento femminile.
L'ampia cassa di risonanza, che genera un'ampia vibrazione delle corde pizzicate, rappresenta l'elemento materno che tutto accoglie a contiene. Il suono della tampura diventa ciò che purifica e rigenera, per dare nuovamente la vita. Le onde sonore della tampura fanno risuonare il corpo per simpatia e questo ritrova tutti i suoi bioritmi.
Solo quando l'elemento femminile-materno, rappresentato dalla tampura, ha purificato e consacrato l'Uomo alla sua Vera Natura, farà il suo ingresso l'elemento maschile-paterno, rappresentato dalla melodia del Sitar, il quale proporrà la forza, la dinamicità, l'efficienza, la creatività e l'unione con la propria essenza umana e al contempo spirituale.

Il sitar è una chitarra indiana di origine antichissima, diffusa nell'India del Nord. Il suono delle sue corde ben si avvicina alle vibrazioni prodotte delle corde vocaliche. Il sitar è uno strumento formato da 11\13 corde. Le corde principali che vengono pizzicate per produrre la melodia sono 6\7, le altre fungono da bordone e risuonano per simpatia.
Pizzicando le corde si provocano alterazioni del glissando delle note. Le corde pizzicate del sitar fanno entrare in risonanza altre corde, che determinano una melodia continua senza interruzioni. Il Sitar, quale elemento maschile, propone la melodia, il fare, la forza, il progetto e l'autonomia dal mondo materno.
Quando il Sitar e la tampura s'incontrano, la scenografia melodica si colora sempre di più con l'ingresso della tabla, tamburi indiani che segnano il tempo. La melodia viene arricchita dall'ingresso dei flauti che colorano ulteriormente l'equilibrio meditativo.
Quando il raga indiano ha raggiunto la sua massima unità, il suono linguistico espresso nel canto potrà elevarsi attraverso i colori del paesaggio musicale. La voce umana si riapproprierà della sua anima a del suo calore. Col Raga Indiano si cerca di fare un viaggio nel proprio interno, sfruttando le qualità catartiche ed abreative degli strumenti, della voce e delle naturali modalità espressive, elementi che rappresentano il suggello dell'equilibrio interiore.

Allo scopo di mantenere costante l'equilibrio psico-emotivo del soggetto e garantire la continua integrità dell'appartato fono-articolatorio l'ascolto di musiche e canti indiani induce la continua distensione muscolare e il contenimento di fantasie, pensieri e stati emotivi che potrebbero inibire la funzione linguistica, il flusso emotivo, la creatività e la capacità semantico-sintattica.

Le musiche riproducono il senso di una ritmicità Universale ed una continuità spazio-temporale melodica, che invita il soggetto a non spezzare il flusso delle proprie energie canalizzate nella ricerca del suono interiore, il quale deve ritrovare la sua trasparenza, la sua chiarezza, la sua purezza, e il suo ritmo, che ben si accorda con il tempo ritmico del mondo.
In questo ritmo naturale, il tempo perde i suoi confini e l'Uomo è invitato a ritrovarsi, per poi immettersi nel tempo e nell'habitus della realtà sociale. La ritmicità naturale del Raga Indiano, assume un valore particolare finalizzando le qualità musicali, quali tempo, intensità, melodia e valori musicali, all'unico scopo di sviluppare la voce umana.
Ritmo vuol dire armonia dei suoni a riorganizzazione strutturale della costellazione dell'Io. Queste musiche ben architettate cercano di dare al flusso dinamico delle emozioni un ritmo di riferimento che si sintonizza con l'armonia musicale del proprio mondo interno.
Sfruttando le qualità catartiche della musica, si invita il soggetto a lasciarsi andare somaticamente e verbalmente. Non ci deve essere alcuna inibizione nell'interscambio continuo tra linguaggio, emozione e corpo. La musica indiana modula l'inibizione e favorisce l'integrazione corporea.

La produzione sonora vocalizzata attiva un processo di bio-feedback che armonizza e modula i movimenti dell'apparato fonatorio e di tutte le altre funzioni neurovegetative. Musica e Voce hanno entrambi uno scopo comunicativo; i due canali, mediante l'azione sinergica, riproducono la correlazione linguaggio-emozione che è la base del corretto funzionamento dello strumento linguistico.

La musica indiana con la combinazione del suono vocalico stimola l'emozione e il mondo interno. La musica indiana, come effetto naturale, è in grado di promuovere l'espansione e l'esplorazione delle potenzialità spaziali e dinamiche del proprio corpo. Le stimolazioni musicali diventano parole che suggeriscono il lasciarsi andare all'interno della propria espressione corporea favorendo l'interscambio continuo fra linguaggio emozione e corpo.
Con la caduta delle inibizioni, si dispiega il linguaggio corporeo, che propone la propria sonorità ed espressività. Si cerca d'infondere nella persona la possibilità di poter esprimere le proprie emozioni, la propria ricchezza, ritrovando fiducia nelle proprie capacità creative, partendo tuttavia dalle coordinazioni somatiche, che vengono integrate aggiungendo al sottofondo musicale prestazioni di tipo motorio ritmico, centrate, ad esempio, sulla cadenza del passo.
A questo punto la musica attua una sintesi complessiva, permettendo al paziente di accedere agli aspetti ritmici della propria corporalità (gesto, cammino) sintonizzandoli con l'accoglienza musicale (tampura), agendo simultaneamente con una verbalizzazione intenzionale (ad es. narrazione del quotidiano) espressa in concerto con la suasività comunicazionale del sitar.
Per il paziente balbuziente, ad esempio, emerge da questa pratica un modello di riabilitazione che permette la convergenza di un ritmo interno contestuale con significati espressivi da esternare. Il paziente raggiunge la possibilità di sintesi tra ritmo ed efficienza, che di solito non riesce a raggiungere.

www.sublimen.com/subliminale/creativita2.htm
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 02:03.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com