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La vita di Krishna

Ultimo Aggiornamento: 03/11/2008 15:14
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Post: 622
Sesso: Femminile
Krishna, principe della famiglia reale di Mathura, era l'ottavo figlio di Devaki e Vasudeva.

Il sovrano di Mathura, Kamsa, udita la predizione che avrebbe ricevuto la morte per mano di un figlio della cugina Devaki, faceva uccidere sistematicamente i figli della donna. Krishna venne scambiato con un altro neonato e riuscì a scampare alla morte, venendo affidato di nascosto al pastore Nanda e a sua moglie Yashoda.


Saputa la notizia della presenza del bimbo Krishna nel villaggio di Vrindavana, il sovrano Kamsa, per ucciderlo, inviò un demone di nome Putana, che assunse le sembianze di una bellissima donna la quale, visitando le giovani madri, chiedeva di poter tenere in braccio i piccoli e allattarli al proprio seno. In realtà, essendo il latte avvelenato, tutti i neonati morivano dopo essere stati allattati. Ma quando giunse presso la dimora di Krishna, una volta presolo in grembo e iniziato ad allattarlo, egli cominciò a succhiare così avidamente dal seno della donna, immune al veleno, da provocarne la morte; una volta morta, la donna riprese le sue vere sembianze di demone, svelando così il complotto.

Così Krishna trascorse l'infanzia nel distretto di Vrindavana, nei boschi di Gokula, tra i pastori, e le loro mogli e figlie (Gopi), da queste vezzeggiato prima e amato poi.

La guerra di Kurukshetra
Durante la sanguinosa battaglia di Kurukshetra, descritta nel poema epico del Mahābhārata, Krishna prese le parti dei virtuosi principi Pandava contro i loro cugini Kurava, usurpatori del regno. Krishna, essendo imparentato con entrambi i rami della famiglia, chiese ad Arjuna (il terzo dei Pandava) e a Duryodhana (il maggiore dei Kaurava), giunti alla sua dimora per chiedere alleanza, di scegliere tra il suo esercito e la sua presenza fisica sul campo di battaglia, con la condizione che però egli non avrebbe combattuto. Il Pandava scelse la sua vicinanza (per questa ragione Krishna sarà l'auriga del suo carro), rendendo soddisfatto anche Duryodhana, il quale poté appropriarsi del potente esercito di Krishna.

Krishna e Arjuna alla battaglia di Kurukshetra

Prima della battaglia, trovatosi davanti a cugini, nonni, mentori ed amici schierati nella fazione avversaria, Arjuna cedette all'attaccamento e all'angoscia, si rannicchiò piangendo e si rifiutò di combattere. Nel celeberrimo capitolo del Mahābhārata intitolato Bhagavad Gita, Krishna infuse forza e coraggio all'eroe rammentandogli il proprio Dharma di guerriero ed impartendogli una serie di insegnamenti filosofici e spirituali volti a raggiungere la realizzazione spirituale. Grazie alla vicinanza di Krishna, i Pandava ottennero la vittoria a Kurukshetra nonostante l'inferiorità numerica del loro esercito rispetto ai Kurava.

La fine

Dopo l'autodistruzione della sua stirpe, attuatasi per mezzo di una feroce guerra interna, Krishna si ritirò nella foresta dove fu raggiunto da una freccia al calcagno, unico suo punto vulnerabile. Lasciò il corpo e riacquistò la sua forma divina.

La morte fisica di Krishna, avvenuta nell'anno 3102 a.C., segna la fine del Dvapara Yuga, la terza era del mondo, e l'inizio del Kali Yuga, l'era attuale.


Il sollevamento della collina Govardhana

Krishna solleva la collina Govardhana « Gli abitanti di Vrindavana si preparavano a fare l'Indra-puja, un sacrificio al dio Indra, dispensatore della pioggia. Ma Krishna li convinse invece a celebrare una cerimonia di ringraziamento alla collina Govardhana, nei pressi del villaggio, che dispensava erba e riparo alle mucche.

Indra, infuriato, scatenò una terribile tempesta e Krishna, per proteggere gli abitanti, sollevò con facilità l'intera collina, sotto la quale tutti trovarono riparo.
Dopo un'intera settimana Indra, colpito dalla facilità con cui Krishna aveva offerto rifugio a tutti gli abitanti di Vrindavana, ammise la sconfitta, placò la tempesta e si inchinò ai suoi piedi, riconoscendone la superiorità. »
(X libro dello Srimad Bhagavatam)


In seguito a questa vicenda, Krishna ottenne l'appellativo di Govinda (in sanscrito: गोविन्‍द): Go sta per "mucca", o "terra", o entrambi. Vinda sta per "protettore"; quando le due parole sono combinate insieme, Govinda significa che Krishna è il protettore delle mucche, della terra o di entrambi. Govinda compare anche come il 187° ed il 539° nome nel Vishnu Sahasranama.


L’ESTASI PIU' ELEVATA DEL SIGNORE

Secondo lo Skanda Purana, il Jyestha-purnima, il giorno di luna piena del mese di maggio-giugno, coincide con il compleanno di Jagannatha. Jagannatha è Krishna, ma il compleanno di Krishna è Janmastami nel mese di Bhadra (agosto-settembre). Questa apparente contraddizione si risolve se comprendiamo che il Jyestha-purnima è il momento in cui Krishna appare nella forma di Jagannatha con grandi occhi dilatati e arti contratti che è conosciuta come mahabhava-prakasa, la forma estatica di Krishna. Mahabhava significa “l’estasi più elevata” e prakasa significa “manifestazione”, perciò Jagannatha è proprio la forma estatica di Krishna. Il poema Mahabhava Prakasa del poeta Kanai Khuntia descrive il significato confidenziale nascosto della forma di Jagannatha. Egli è l’incarnazione della sofferenza di Krishna per la separazione dagli abitanti di Vrindavana, in particolare da Radha e dalle gopi. Le Scritture spiegano che i forti sentimenti di estasi spirituale, specialmente nel caso di separazione da una persona amata, provocano trasformazioni nel corpo. Poiché Krishna non è diverso dal Suo corpo, il Suo sentimento interiore si è mostrato all’esterno ed Egli ha assunto la forma di Jagannatha. L’estasi del mahabhava viene paragonato ad un oceano.

Nel passatempo con il re Indradyumna, un gigantesco tronco di legno galleggiava sull’oceano. Allo stesso modo le forme di Jagannatha, Balarama e Subhadra galleggiano sull’oceano del mahabhava. Quando il saggio Narada vide Krishna trasformato in Jagannatha, pregò il Signore di apparire di nuovo in questa forma. Sebbene il Signore non sia obbligato verso nessuno, Egli reciproca con i Suoi devoti per soddisfare i loro desideri. Nella Garga Samhita Krishna afferma: “Io sono completo. Tutto in uno. Tuttavia acconsento al desiderio del Mio devoto presentandoMi in qualsiasi forma Egli desideri.” Perciò proprio come Krishna appare nella forma di Nila Madhava per soddisfare Visvavasu, così appare anche nella forma della divinità di Jagannatha che risiede a Jagannatha Puri, per soddisfare il desiderio di Narada Muni. Questa forma speciale di Krishna è nota anche come Patita Pavana, il salvatore delle anime cadute, e chiunque entra in contatto con Lui con la coscienza appropriata ottiene la liberazione spirituale.















[Modificato da Freeflow@ 03/11/2008 15:14]

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03/11/2008 15:05
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