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Platone e Aristotele a confronto

Ultimo Aggiornamento: 19/09/2008 21:38
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L'OPPOSIZIONE PLATONISMO/ARISTOTELISMO

Platonismo e aristotelismo sono due correnti molto importanti nell'ambito della storia della filosofia, sia classica che moderna.
Da ricordare il fatto che il platonismo come teoria a sé non coincide necessariamente con la dottrina di Platone, essendo stato formulato da Aristotele allo scopo di polemizzare con il pensiero del maestro; mentre per aristotelismo si intendono i capisaldi della dottrina di Aristotele storicamente e tradizionalmente accettati (dai quali derivano poi l'aristotelismo arabo, quello cristiano-medievale, quello Rinascimentale, e gli altri indirizzi, tra i quali anche moderni).

Il Platonismo

1. La dottrina delle idee. Oggetto della vera conoscenza sono entità e valori che hanno uno status diverso dalle entità sensibili.

Per Platone Il Tutto esistente è diviso in due mondi: il mondo delle idee, perfetto, immutabile ed eterno, contrapposto al mondo della materia, corruttibile e diveniente. Le idee popolano l'Iperuranio, dislocato al di là della volta celeste, e pre-esistono alla materia. Il mondo sensibile è una derivazione imperfetta del mondo ideale.

Da ciò deriva che la vera conoscenza è la conoscenza delle idee perfette, e che le entità mutevoli appartenenti al mondo della materia sono più che altro di ostacolo alla vera conoscenza;

2. La dottrina della superiorità della saggezza sulla sapienza. La filosofia ha come scopo finale quello di realizzare la giustizia nei rapporti tra gli uomini.

Per saggezza viene intesa la sapienza etica, con fine politico, che incide sulla vita degli uomini positivamente (la conoscenza che implica un giudizio morale); per sapienza viene assunto il significato di conoscenza delle cose fine a se stessa, senza alcuno scopo che non sia la stessa conoscenza (conoscenza che non implica nessun giudizio morale);

3. La dottrina della dialettica. Ovvero il metodo che garantisce il raggiungimento della verità attraverso il confronto di due opinioni distinte attorno a un argomento comune e unitario.

Questo dialogo, che parte dall'unita dell'argomento, permette poi di dividere l'argomento nelle sue parti costitutive, e su ogni parte procedere con lo stesso metodo critico (dividere le parti in altri parti). Tale divisione ha come scopo ultimo quella di individuare le diverse possibilità dell'oggetto e chiarirne così più approfonditamente la vera natura.

La dialettica platonica, utilizzata nei Dialoghi, è induttiva, ovvero procede a chiarimenti per enumerazione degli indizi, e ha un diverso scopo d'uso rispetto al metodo deduttivo del sillogismo aristotelico.

Altre considerazioni: Il Platonismo è un movimento trascendente (giustifica l'esistenza di una realtà autonoma al di là del mondo sensibile), e verticale [divide il Tutto in un sopra (mondo delle idee) e in un sotto (mondo fisico-sensibile).

il mito della caverna - il mondo delle idee - la metempsicosi - le facoltà dell'anima

L'Aristotelismo

1. L'importanza dell'indagine naturale. Diversamente da Platone, che subordinava la validità dell'indagine naturale a quella delle idee immutabili, Aristotele dà piena validità all'indagine di ogni sostanza del mondo fisico. Non c'è aspetto del mondo fisico che non valga la pena di essere studiato (Aristotele, tralsciando la divisione platonica tra mondo delle idee e mondo sensibile, si concentrerà di più sull'indagine naturale);

2. Il concetto di metafisica. Aristotele definisce la metafisica come filosofia prima, la quale è fondamento con le sue verità di ogni altra scienza (la metafisica come studio dell'essere in quanto essere). La metafisica di Aristotele è poi teoria della sostanza (con riferimento al motore immobile);

3. La dottrina delle quattro cause e del movimento. Per spiegare l'aspetto mutevole della realtà fisica, Aristotele propone la dottrina delle quattro cause: formale, materiale, efficiente, finale.

Il movimento fa riferimento invece al concetto di potenza ed atto.

4. La teologia del motore immobile. Secondo la dottrina delle cause, l'individuazione della causa prima, atto puro senza potenza.

5. La dottrina delle sostanze. L'individuazione dell'essenza necessaria delle cose.

6. L'importanza della logica. Diversamente da Platone (metodo dialettico), Aristotele ritiene che il metodo corretto per giungere alla verità sia la logica deduttiva basata sul sillogismo. Aristotele è anche il primo espositore sistematico delle regole della logica.

Altre considerazioni: L'Aristotelismo è un movimento immanente (la realtà trova in sé la propria giustifazione) e orizzontale (si concetra maggiormente sulla vasità del mondo fisico-materiale).

Aristotele fu il primo vero "scienziato" della storia occidentale: fu un grande organizzatore del sapere, suoi i primi ragguagli storico-teoretici sui presocratici, sue le prime raccolte organiche del sapere logico, fisico e biologico; grande osservatore della natura, non dimenticò di cimentarsi in importanti studi sull'etica e sulla retorica.

Il suo metodo di indagine venne preso a modello dalla Scolastica, per i cristiani diventò un'auctoritas nel campo delle scienze, della metafisica e della cosmologia. Proprio per questo la filosofia di Aristotele, diversamente da quelle di altri pensatori greci, rimase viva lungo tutto il corso del medioevo grazie all'apporto dei teologi cristiani che ne fecero proprie le conclusioni più importanti.

2. Le critiche a Platone

Aristotele fu allievo di Platone all'Accademia, ma per sviluppare le sue teorie egli partì da una critica alle teorie del maestro. In particolare, Aristotele critica la teoria delle idee con un argomento che prenderà il nome di "terzo uomo" (anche se tale critica, per amor di verità, fu già presa in considerazione da Platone nel dialogo Parmenide, in veste di critico di se stesso).

L'argomento del "terzo uomo" è questo: se esiste l'idea dell'uomo ideale e il concetto dell'uomo sensibile che è solo partecipe di quello ideale, occorre allora che vi sia un ulteriore idea che esprima quest'insieme di concetti. A sua volta deve esistere un ulteriore idea che abbracci quest'idea e un altro ancora che contenga, in un gioco infinito di scatole cinesi, tutto l'insieme di idee che che si accumulano annidate una dentro le altre. Così, per ogni idea, vi sarebbe associato un numero infinito di idee. Questo creerebbe una incontrollata espansione all'infinito delle idee eterne presenti nell'Iperuranio. Ogni idea che giunge all'intelletto dell'uomo, infatti, deve avere la sua necessaria controparte nel mondo delle idee.

Aristotele critica anche l'impostazione platonica che vuole l'idea assolutamente trascendente rispetto all'ente sensibile. Come può l'ente sensibile partecipare un qualcosa che gli sta totalmente al di fuori? E ancora, come può un uomo essere diverso dall'idea "ideale" di se stesso? Infatti, l'idea che rappresenta idealmente tutte le qualità di un uomo non può non essere che identica all'uomo stesso se ne vuole essere un'immagine perfetta, e quindi non si capisce come l'ente sensibile possa essere meno perfetto dell'idea eterna.

Per uscire da queste contraddizioni, Aristotele sposterà l'attenzione dall'idea immutabile alla sostanza. La sostanza sarà quella qualità che compete esattamente all'ente (all'uomo, nell'esempio) in grado di rendere un certo ente ciò che è, ne più ne meno, entro gli esatti limiti della sua determinazione.




Nel Fedro, Platone propone il mito della biga alata per spiegare il viaggio dell'anima: l'anima è come un auriga (la ragione) che guida una coppia di cavalli, uno è bianco e rappresenta la tensione verso il bene e la spiritualità, l'altro è nero e rappresenta la tensione verso il basso, agli istinti e alle passioni degradanti e materiali. L'auriga, la ragione, è naturalmente portata a conoscere il bene e a farsi guidare dal cavallo bianco, ma il cavallo nero continuamente strattona il suo compagno per condurlo dalla parte opposta. Le anime che più si fanno guidare dal cavallo bianco, sono le anime che più si avvicinano alla verità. L'intero processo di reincarnazione comporta poi che l'anima sia continuamente influenzata dall'esperienza terrena precedente: le anime che maggiormente tendono al bene sono quelle che nell'esistenza terrena precedente sono appartenute a uomini eticamente validi. Ogni esperienza precedente trascina nella vita successiva il suo carico di virtù e di difetti.

L'anima può porre termine al ciclo di reincarnazioni quando trova la forza di liberarsi completamente da ogni giogo terreno: il corpo è per l'anima una gabbia, la tendenza naturale dell'anima, infatti, è quella di ascendere verso la spiritualità pura, il fine ultimo di ogni autentico sapiente. Il sapiente, infatti, sa che il mondo delle idee è la verità suprema alla quale deve attenersi, il mondo terreno non racchiude alcuna verità.

http://www.parodos.it/discussioni4.htm

[url=http://www.oipaitalia.com/
19/09/2008 21:38
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